"Mille storie che gli ignoranti raccontano, e cui credono, si spengono subito quando il matematico le prende sotto il suo controllo"
(Samuel Johnson)
Nella mia prima esperienza come insegnante di matematica a Saronno, nei lontani anni 70/80, dovetti fare i conti con l'ora di "Osservazioni Scientifiche" e, nonostante l'indirizzo didattico scelto alla facoltà di Matematica, poco mi appassionava l'insegnamento delle Scienze Biologiche.
Decisi quindi di riservare quell'ora soprattutto per far osservare scientificamente ai miei alunni alcuni aspetti della vita reale.
Tra le varie ricerche fatte (tra cui un dossier sull'energia nucleare e le sue alternative che, rileggendo ancora oggi, trovo attualissimo), una riguardava il potere dell'informazione.
Ai tempi non era di moda il termine "fake news" ma anche allora l'informazione che veniva veicolata dai giornalisti attraverso i quotidiani, subiva le varie distorsioni e le inevitabili interpretazioni personali e politiche della "verità",
Negli anni settanta, in Italia, la stampa (quotidiana e periodica) raggiungeva infatti più persone della radio, 24 milioni circa contro i 17, mentre la televisione era ferma a meno di 11 milioni e internet era lontana anni luce.
Nella nostra ricerca prendevamo quindi in esame una notizia e cercavamo di analizzarla "scientificamente" nel tentativo di arrivare alla sua oggettività, scevra dalle interpretazioni ed opinioni personali dei giornalisti di diverso orientamento politico.
Analizzavamo la stessa notizia, consultando le varie testate giornalistiche che la riportavano (quelle di allora più diffuse erano: il Corriere della Sera, la Stampa, l'Unità, il Secolo XIX, l'Avvenire, la Notte....) ed osservavamo così come venisse presentata a volte in modo contrastante e contradditorio, a volte in modo superficiale e spesso con gravi errori ed omissioni.
Il mio intento era quindi quello di far capire ai ragazzi che solo attraverso un'attenta valutazione delle parole, dei concetti e del grado di attendibilità e di conoscenza, avrebbero potuto evitare di accettare passivamente le notizie e, per quanto possibile, di esserne condizionati.
Senza addentrarmi oltre nei dettagli di questo esperimento scolastico, la mia soddisfazione di allora fu che i miei alunni dai 10 ai 14 anni, alla fine dell'anno, non solo non prendevano più come "oro colato" quello che leggevano, ma arrivavano al punto di capire, dopo poche frasi di un articolo letto da me senza dirne la provenienza, il quotidiano che l'aveva pubblicato.
Tanti anni sono passati da allora e il problema del condizionamento non è certo stato risolto né credo sia stato sufficientemente affrontato, tanto che, ultimamente, il potere dei giornalisti e dei media si è consolidato a dismisura condizionando in modo significativo l'opinione pubblica.
Negli ultimi anni la diffusione di fake news e teorie del complotto è cresciuta in modo esponenziale grazie soprattutto ai social network e agli algoritmi che li governano.
Il matematico Noah Giansiracusa, in "The Mathematics of Misinformation" (La matematica della disinformazione), un articolo apparso su "Notices of the American Mathematical Society" nel 2022, ha mostrato come strumenti matematici possano aiutare a comprendere le dinamiche della disinformazione: dai modelli epidemiologici che descrivono il "contagio" delle notizie false alle soglie critiche oltre le quali queste diventano fenomeno sistemico.
L’articolo analizza la diffusione delle fake news attraverso modelli matematici ispirati alle dinamiche di rete, e gli algoritmi che governano i social media tendono a favorire contenuti polarizzanti e sensazionalistici, creando bolle informative e rafforzando le camere dell’eco.
La matematica offre strumenti per comprendere queste dinamiche, individuare soglie critiche oltre le quali la disinformazione diventa sistemica e ipotizzare strategie per contenerla.
"Robin Hood Math", libro di Noah Giansiracusa, che sarà insignito
nel 2026 del JPBM Communications Award,
un prestigioso riconoscimento per il contributo
alla divulgazione scientifica
Ma oltre ai modelli, c’è un aspetto più sottile: la formazione matematica stessa sembra fornire anticorpi cognitivi contro le fake news.
Perché?
Ecco i capisaldi:
Pensiero logico e coerenza
I matematici sono allenati a non accettare nulla senza prove. La ricerca di contraddizioni e la necessità di dimostrazione li rendono più diffidenti verso affermazioni sensazionalistiche ma non supportate.
Capacità di leggere i numeri
Statistiche, grafici e percentuali sono strumenti quotidiani. Questo riduce la probabilità di farsi impressionare da dati presentati in modo ingannevole o decontestualizzato.
Abitudine ai modelli e alle ipotesi
Ogni teorema poggia su ipotesi precise: chi fa matematica sviluppa l’attitudine a chiedersi sempre quali assunzioni sostengano un discorso. Un meccanismo utile anche di fronte a notizie troppo belle (o troppo brutte) per essere vere.
Consapevolezza dei bias e del caso
La familiarità con la probabilità e con errori sistematici rende più semplice riconoscere correlazioni spurie e coincidenze presentate come causalità.
Il dubbio come metodo
Più che credere, il matematico preferisce verificare. Non c’è autorità che tenga se manca l’evidenza: è un’attitudine che, fuori dall’aula universitaria, diventa uno scudo contro la manipolazione informativa.
Una statua, scolpita dall’artista Jules Blanchard nel 1871, nei "Jardin du Luxembourg"
a Parigi, ritrae una giovane donna nell’atto di inserire la mano
nella fessura del Mascherone (Bocca della verità)
Un matematico quindi tende a essere più attrezzato nel riconoscere le fake news perché abitualmente verifica la coerenza logica delle affermazioni, legge i dati con occhio critico e sa valutare se le ipotesi alla base di un discorso sono solide.
La familiarità con concetti come probabilità, bias statistici e correlazioni spurie lo rende meno vulnerabile a manipolazioni numeriche o narrative.
Al contrario, chi non ha questa formazione rischia di accettare più facilmente ciò che appare autorevole o viene ripetuto, senza analizzarne le basi.
Naturalmente nessuno è immune alla disinformazione e anche i matematici possono cadere vittima di pregiudizi o narrazioni persuasive.
Tuttavia, il loro addestramento mentale li mette in una posizione privilegiata per smascherare incoerenze, numeri sospetti o assunzioni traballanti.
La Bocca della Verità murata nel pronao della Chiesa
di Santa Maria in Cosmedin a Roma
In un’epoca in cui gli algoritmi amplificano contenuti polarizzanti e virali, la lezione della matematica è più attuale che mai: dubitare, controllare, cercare prove.
Proprio per la sua capacità di rendere accessibili questi concetti complessi al grande pubblico, Noah Giansiracusa sarà insignito nel 2026 del JPBM Communications Award, un prestigioso riconoscimento per il contributo alla divulgazione scientifica, a testimonianza del valore della matematica non solo come disciplina, ma anche come strumento di comprensione critica del mondo digitale.
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