Imparare a ballare tango è come imparare a parlare una nuova
lingua.
In un primo
momento, sembra impossibile pronunciare
anche qualche parola in un contesto logico o
semplicemente esprimersi. E’ come trovarsi
improvvisamente in un paese sconosciuto.
Più si pratica e più cresce il nostro
vocabolario. Le “parole” diventano più facili da ricordare e i movimenti del
tango diventano più chiari e coerenti. Fino a cominciare a capire il
compagno/a.
E’ più facile a volte imparare una nuova lingua, con una “full
immersion” circondandoti di persone non
madrelingua. Ed è qui che incontriamo il primo problema: impariamo il
tango con un compagno/a che è così analfabeta tanto quanto noi.
Questo mi ricorda un corso di Italiano che avevo fatto una
volta a Modena. Alunni dalla Germania, insieme ad un americano e ad un giapponese
seduti per cercare di comunicare in italiano. Il nostro insegnante cercava di
correggere la pronuncia e i nostri errori come poteva, ma purtroppo ascoltavo
un “italiano” pessimo.
Se non avessi già vissuto con una famiglia italiana per
un certo periodo, e non avessi affrontato ogni tipo di conversazione, non sarei
stato in grado di parlare correttamente, come feci due settimane dopo.
Nel
mondo del tango, quello di iniziare qualsiasi tipo di comunicazione con un
nativo, si realizza andando di Milonga in Milonga cercando di ballare con
sconosciuti “madrelingua” di differenti livelli. Purtroppo i “madrelingua” non
ballano volentieri con i principianti, perché sostengono che le “conversazioni”
sono troppo rudimentali.
Sono molto felice quando incontro ballerini esperti,
mezzi avventurieri, che non hanno problemi nell’invitarmi, anche se sono una
principiante e mi permettono di vivere intense comunicazioni tanguere.
El Tango Argentino - Acrilico di Pietro Paciotti
Ritornando all’Italiano: la cosa
buona di quel corso di lingua, era che eravamo un gruppo di allievi che
cercavano di comunicare tra di loro. Non solamente di comunicare in due. Quando
si sta imparando tango è normale che si balli sempre con la stessa persona.
Questo permette alla coppia di sviluppare un linguaggio tanguero¹ molto particolare, che possono capire solo loro.
Il
concetto forse si può confrontare con una madre che inventa parole balbettando
con suo figlio, creando così una propria lingua. Quando però questo ragazzino
andrà all’asilo, avrà molte difficoltà a comunicare con bambini ed adulti, e la
madre dovrà “tradurre”.
Conosco coppie che ballano a memoria, sicuramente si
divertono a ballare insieme, ma non sono in grado di ballare con un altro
partner. Questo è un peccato. Perché? Semplicemente perché il tango è un
linguaggio internazionale!
Si balla in qualsiasi parte del mondo, magari con
”accenti” locali, però comunque un tanguero francese può comunicare con una tanguera giapponese senza scambiare una
parola. Se non è magia questa!
Continuerò felicemente a imparare il vocabolario di questa meravigliosa lingua e non vedo l'ora di fare nuove conversazioni, lunghe o corte, con neofiti o madrelingua!Traduzione di Vittorio Bonini Nepoti dell'articolo Yo Hablo Tango
note
¹linguaggio tanguero vedi anche "Dialogo sul Tango"
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