mercoledì 25 febbraio 2015

Io parlo Tango

Imparare a ballare tango è come imparare a parlare una nuova lingua. 
In un primo momento, sembra impossibile pronunciare anche qualche parola in un contesto logico o semplicemente esprimersi. E’ come trovarsi improvvisamente in un paese sconosciuto. 
Più si pratica e più cresce il nostro vocabolario. Le “parole” diventano più facili da ricordare e i movimenti del tango diventano più chiari e coerenti. Fino a cominciare a capire il compagno/a. 




E’ più facile a volte imparare una nuova lingua, con una “full immersion” circondandoti di persone non  madrelingua. Ed è qui che incontriamo il primo problema: impariamo il tango con un compagno/a che è così analfabeta tanto quanto noi.
Questo mi ricorda un corso di Italiano che avevo fatto una volta a Modena. Alunni dalla Germania, insieme ad un americano e ad un giapponese seduti per cercare di comunicare in italiano. Il nostro insegnante cercava di correggere la pronuncia e i nostri errori come poteva, ma purtroppo ascoltavo un “italiano” pessimo. 
Se non avessi già vissuto con una famiglia italiana per un certo periodo, e non avessi affrontato ogni tipo di conversazione, non sarei stato in grado di parlare correttamente, come feci due settimane dopo. 
Nel mondo del tango, quello di iniziare qualsiasi tipo di comunicazione con un nativo, si realizza andando di Milonga in Milonga cercando di ballare con sconosciuti “madrelingua” di differenti livelli. Purtroppo i “madrelingua” non ballano volentieri con i principianti, perché sostengono che le “conversazioni” sono troppo rudimentali. 
Sono molto felice quando incontro ballerini esperti, mezzi avventurieri, che non hanno problemi nell’invitarmi, anche se sono una principiante e mi permettono di vivere intense comunicazioni tanguere


El Tango Argentino - Acrilico di Pietro Paciotti

Ritornando all’Italiano: la cosa buona di quel corso di lingua, era che eravamo un gruppo di allievi che cercavano di comunicare tra di loro. Non solamente di comunicare in due. Quando si sta imparando tango è normale che si balli sempre con la stessa persona. Questo permette alla coppia di sviluppare un linguaggio tanguero¹ molto particolare, che possono capire solo loro. 
Il concetto forse si può confrontare con una madre che inventa parole balbettando con suo figlio, creando così una propria lingua. Quando però questo ragazzino andrà all’asilo, avrà molte difficoltà a comunicare con bambini ed adulti, e la madre dovrà “tradurre”. 
Conosco coppie che ballano a memoria, sicuramente si divertono a ballare insieme, ma non sono in grado di ballare con un altro partner. Questo è un peccato. Perché? Semplicemente perché il tango è un linguaggio internazionale! 
Si balla in qualsiasi parte del mondo, magari con ”accenti” locali, però comunque un tanguero francese può comunicare con una tanguera giapponese senza scambiare una parola. Se non è magia questa!
Continuerò felicemente a imparare il vocabolario di questa meravigliosa lingua e non vedo l'ora di fare nuove conversazioni, lunghe o corte, con neofiti o madrelingua!

Traduzione di Vittorio Bonini Nepoti dell'articolo Yo Hablo Tango

note
¹linguaggio tanguero vedi anche "Dialogo sul Tango"


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