lunedì 24 aprile 2023

L'arte al 9b di via Meravigli a Milano

Passando per via Meravigli si nota, sopra il portone del 9b, una grande targa di ottone su cui si legge "Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi".
La Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura è una istituzione nata nel 1786 che svolge compiti di interesse generale per il sistema delle imprese (oggi della provincia di Milano, Monza Brianza e Lodi) ed esplica attività di osservazione, regolazione e promozione del mercato ai fini dello sviluppo del sistema delle imprese.


Avendo occasione di entrarvi, non si può fare a meno di ammirare le opere d'arte che vi sono custodite, partendo dalla grande vetrata "Allegoria del Commercio dell'Industria dell'Agricoltura" (1240x420 centimetri), firmata e datata in basso a destra C. De Amicis 1957, che è situata nel vestibolo al primo piano della Camera di Commercio con sede appunto in via Meravigli 9b.


Costruito nel 1880 dagli ingegneri Ponti e Bordoli su incarico dei conti Turati, l'edificio di via Meravigli fu seriamente danneggiato durante i bombardamenti nel 1943 e la ristrutturazione conservò solo la facciata ottocentesca essendo il resto del palazzo quasi completamente distrutto. Eugenio Radice Fossati volle comunque dare una moderna dimensione artistica al nuovo palazzo facendo ospitare alcune opere d'arte contemporanea tra le quali appunto la grande vetrata, detta anche "Mercurio alato per il rilancio di Milano".




L'opera di Cristoforo De Amicis, importante esponente del Chiarismo, raffigura i settori d'attività della Camera: commercio, industria, artigianato, agricoltura. 
Nasce da un concorso bandito nel 1956 dalla giunta della Camera di commercio per ornare la nuova sede dell'istituzione in via Meravigli e fu completata nel 1957. 
Al bozzetto vincitore andò un premio di un milione di lire e fu scelto perché rappresentava al meglio la rinascita dell'economia milanese nel periodo di crisi seguito alla seconda guerra mondiale. 

Bozzetto della grande vetrata, "Mercurio alato per il rilancio di Milano", di

Figura centrale della rappresentazione è infatti il Mercurio alato che indica agli uomini operosi sotto di lui, artigiani e mercanti, le conquiste del passato e ne promette di nuove per il futuro. 
Sullo sfondo il cantiere della fabbrica del Duomo sempre in attività. A destra e sinistra ci sono invece due figure femminili, allegorie dell'agricoltura, rappresentata dalla figura feconda della dea delle messi, e dell'industria con una ciminiera e dei capannoni industriali sullo sfondo. 
A proposito del Duomo di Milano vanno ricordate anche altre due famose vetrate del De Amicis che dal 1968 ornano il Tiburio del Duomo.

Poco distante dalla grande vetrata sulla parete della galleria di accesso alla sala conferenze troviamo invece "Attrazione allegorica" (del 1957), un'opera in metallo, legno e ceramica di Lucio Fontana.




Nel corridoio che porta alla grande sala sono collocati due cavalli bronzei di Francesco Messina (1900-1995), il grande scultore catanese di cui, tra le opere più celebri si ricorda il "Cavallo morente", oggi esposto all'ingresso della sede principale della Rai, in viale Mazzini 14 a Roma.




Tornando nella grande sala troviamo il "Pescatore", una scultura bronzea sempre di Messina che si trova accanto all'opera "Requiem" di Floriano Bodini (1933-2005).






Dalla grande sala si accede alla sala Consiglio dove sono esposti i quadri di Gaetano Previati, il pittore simbolista dalla tecnica divisionista, figura chiave del passaggio dalla Scapigliatura al Futurismo italiano.
Tra questi "Il Carro del Sole" l’opera di Previati che fa parte del trittico "Il Giorno".

Il carro del sole o trionfo del commercio - Gaetano Previati  1907, immagine 

"Il trittico del Giorno è il quadro dell’abbagliamento e del candore meridiano, colla quadriga tumultuosa che irrompe dalle quinte placide dell’alba fugace e delle tenebre, nel mezzodì: i quattro cavalli sono colore di mezzodì, hanno colli tremendi, petti vasti, criniere furiose, occhi disperati, froge ardenti e schiumose" così ne scriveva Nino Barbantini nel 1919.



Opere di Gaetano Previati - Sala del Consiglio

O come ne parlava Umberto Boccioni nel Marzo 1916 a seguito di ingiuste critiche all’opera del Previati nel prenderne le difese definendolo precursore della rivoluzione idealista che sbaraglia il verismo, indicandolo come il più grande artista che l’Italia ha avuto da Tiepolo ad oggi e il solo grande artista che abbia concepito l’arte come rappresentazione in cui la realtà visiva non serve soltanto come punto di partenza.:
 
"...Gaetano Previati è stato il precursore in Italia della rivoluzione idealista, che oggi sbaraglia il verismo e lo studio documentato del vero. Egli ha intuito che lo stile comincia quando sulla visione si costruisce la concezione, ma mentre la sua visione si è rinnovata nella modernità, la concezione è rimasta, come ossatura, al vecchio materiale elaborato del Rinascimento italiano..."
 


  
Dal portale principale al piano terra si accede al grande atrio da dove parte la rampa dello scalone d’onore e sull’asse della corsia di porfido dell’ingresso è collocata la scultura in bronzo, di 3,5 metri di altezza, rappresentante S.Ambrogio, realizzata  dello scultore Mario Negri,  interprete originale e significativo della rinascita culturale della città nel secondo dopoguerra.


Scultura in bronzo, di 3,5 metri di altezza, 
rappresentante S.Ambrogio, realizzata  dello scultore

Sotto palazzo Turati sono presenti i resti del Teatro romano di Milano, su cui è stata allestita un'area archeologica del teatro, allo scopo di coinvolgere i visitatori in modo profondo, attraverso odori, suoni evocativi e le parole della Casina di Plauto, recitate da Giorgio Albertazzi. 
Il ritrovamento delle vestigia romane, avvenuto alla fine dell'Ottocento durante la costruzione di alcuni palazzi nelle vicinanze di piazza Cordusio e corso Magenta, e in tempi più recenti, durante lavori di ristrutturazione di Palazzo Turati, aveva infatti portato alla luce i resti delle fondamenta della cavea, lo spazio in cui gli spettatori romani, seduti su gradinate disposte a semicerchio, osservavano gli attori muoversi sulla scena.
Un recupero che si deve soprattutto a una donna straordinaria, Alda Levi, che dal 1925 al 1939 fu responsabile della tutela archeologica in Lombardia.


"La storia (semi)seria del Teatro Romano di Mediolanum"
a cura di Andrea Preti ¹

Altra infrastruttura culturale ospitata a Palazzo Turati è l'archivio storico della Camera di Commercio, un patrimonio archivistico che comprende documenti inerenti agli imprenditori milanesi dal Trecento ad oggi, una raccolta aperta al pubblico di 30.000 documenti, pari a 40 chilometri di scaffali. A titolo di esempio si possono trovare autorizzazioni mercantili, richieste di lasciapassare, contratti, sentenze, una collezione importante di marchi di fabbrica, diplomi di benemerenza, carte intestate commerciali di inizio secolo. L'ultima importante acquisizione è l'archivio storico della Banca Privata Italiana, con seimila fascicoli, tra cui le relazioni compilate da Giorgio Ambrosoli che diedero il via all'inchiesta sulla bancarotta dell'istituto guidato da Sindona.

Proprio dal patrimonio archivistico ha tratto ispirazione un illustre artista.
Il 30 marzo 2023 è stata inaugurata infatti l'opera che Emilio Isgrò ha creato per la storica sede dell'ente in via Meravigli e che si intitola "Prologo alla relatività".

L'opera, realizzata con il supporto tecnico di TheFabLab per la lavorazione digitale su
 pannelli di fibrocemento fresati e completata con interventi manuali in corrispondenza 
delle cancellature

Ispirata dalla lettera che Hermann Einstein, il padre di Albert, scrisse alla Camera di Commercio di Milano nel momento in cui decise di trasferire la sua attività da Pavia a Milano, è una reinterpretazione di grandi dimensioni, (212x300 centimetri) del testo, appunto reinterpretato attraverso la cancellatura, che è la caratteristica principale di Isgrò, in dialogo con la silhouette dell'ideatore della teoria della relatività.
Si tratta dunque di un duplice omaggio realizzato dall'artista: da un lato al geniale autore della teoria della relatività e, dall’altro, alla Camera di commercio in quanto istituzione cardine dell’operosità di Milano e della Lombardia. 
Così scrive l'artista:

"Scoprire quella lettera non mi fu facile quando andai a rovistare tra le carte del palazzo di via Meravigli per trovare qualcosa da offrire all'attenzione di chi ha fretta o ha perduto la memoria di un passato rispettabile a tutti i livelli: culturale non meno che imprenditoriale e civico [...] Il mio occhio cadde sulla lettera di Hermann, e capii che quello era il documento da cancellare per riattizzare lo spirito d'impresa che rende insostituibile Milano tra le città del mondo e d'Europa. Niente Madonnina, niente Duomo per una volta. Giacché il misterioso mittente era semplicemente il padre d'un ragazzino di nome Albert (Albert Einstein per esteso) campione di tutte le cancellazioni ancora possibili".


Prologo alla Relatività - Opera di Emilio Isgrò

Emilio Isgrò, siciliano nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 6 ottobre 1937, pittore e poeta, ma anche romanziere, drammaturgo e regista, ha dato vita con le sue "cancellature" a un’operazione tra le più rivoluzionarie e originali del panorama artistico internazionale della seconda metà del Novecento. 
Fra i documenti esaminati da Isgrò, c'era anche la richiesta di risorse da parte di Giuseppe Garibaldi per le guerre d'indipendenza.
Forti infatti furono i rapporti con Giuseppe Garibaldi, come scritto nel verbale della riunione del 24 gennaio 1860, in particolare in una parte scritta a mano, cerchiata in rosso e secretata: 

"È noto all'adunanza che nello scorso ottobre venne dalla Camera decisa la sottoscrizione per l'acquisto dei fucili proposta dal generale Garibaldi e nominata all'uopo una commissione composta dai signori Biraghi, Colombini, Comerio come dall'avviso pubblicato il 23 ottobre. Per effetto di questo veniva dalla cassa della Camera quota italiana di lire 70.226,85 a favore anche dell'elenco iscritto nel foglio patrimoniale della Camera del giorno 28 dicembre us"


Parlamentino del Palazzo Giureconsulti, edificato su progetto di Vincenzo Seregni e inaugurato nel 1654, che dal 1911 è di proprietà della Camera di Commercio 
di Milano Monza Brianza Lodi. 
Ha da sempre rappresentato un punto di riferimento per la comunità
degli affari milanese e ha ospitato la prima Borsa Valori di Milano nel 1809

Interessante è anche la storia, più o meno conosciuta, della Camera di Commercio milanese.
Dove fosse la primitiva sede della Camera di Commercio al suo primo apparire è ancora impossibile a definirsi, ma è ormai accertato che nella prima metà del Trecento, l'Università dei Mercanti, antesignana della Camera di commercio avesse sede in una stanza nella Loggia degli Osii. 
Da lì si trasferì presso l'edificio di Azzone Visconti negli stessi spazi che poi verranno occupati in seguito dalle Scuole Palatine. Con l'insediamento di dette scuole, l'università dei Mercanti si spostò in via Orefici presso la sede di una bottega artigiana. 
L'insufficienza degli spazi portò a un nuovo trasferimento presso il fabbricato del lato nord ovest di Piazza Mercanti, dove rimase come Camera di commercio fino all'inizio del XIX secolo. 
Nel 1800 si dovettero spostare alcuni uffici presso l'antico pretorio, ma nemmeno l'acquisto delle Scuole Palatine bastò a colmare i crescenti bisogni di locali. Si arrivò così nel 1911 all'acquisizione dell'intero Palazzo dei Giureconsulti, di cui ne è tuttora proprietaria.
Come già ricordato, nel 1952 il presidente Eugenio Radice Fossati diede l'incarico ad Achille e Pier Giacomo Castiglioni per la ristrutturazione dell’intero palazzo Turati in via Meravigli. 
La progettazione e la ristrutturazione avviate nel 1953 terminarono con l’inaugurazione nel 1958, dove l'ente trovò definitivamente la sua nuova sede, e va ricordato che i fratelli Castiglioni hanno, per questo progetto di restaurazione, appositamente disegnato anche alcuni oggetti di arredo, lampade, tavoli, sedute.


Note

¹ "La storia (semi)seria del Teatro Romano di Mediolanum"
a cura di Andrea Preti
Mediolanum, la città imperiale del "Gigante" di Augusto
Ma quando fu edificato il Teatro romano di Mediolanum?
Da chi? Com’era?
 

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