giovedì 9 febbraio 2017

Ricci...una passione per i libri

Spesso mi sono chiesta "perché amo così tanto la matematica?"
Credo che questo amore sia nato da un testo amato e odiato, quello di Analisi Matematica I del grande "Maestro" Giovanni Ricci, di cui voglio ricordare qui anche la sua grande passione per i libri.
Il testo, in due libri (parte prima e parte seconda) è legato al bel periodo dell'università ma anche a momenti di sconforto, dovuti all'incapacità o alla poca volontà di applicarmi a uno studio serio e, a volte, difficoltoso. 
Difficoltà che, per me, nasceva anche dal fatto, piuttosto originale e bizzarro, che il testo del libro era stato stampato direttamente copiato dagli appunti scritti a mano con la stessa calligrafia, rotonda e regolare, con cui Ricci, servendosi di una matita a cera bordeaux, copriva di appunti la lavagna luminosa della mitica aula A a piano terra.


Testo di Analisi I (parte seconda) di Giovanni Ricci
Il testo era tratto e copiato direttamente dagli appunti scritti "a mano" dal Maestro

Uno di questi momenti, in cui forse l'odio ha davvero prevalso, è stato il mio approccio con il teorema sulla copertura di un insieme di Heine-Pincherle-Borel-Lebesgue, che mi costò il primo tentativo di passare l'esame orale di Analisi Matematica I, con il mitico "Maestro" Giovanni Ricci (come si nota dall'immagine avevo evidenziato in rosso "no dimostrazione".....che invece ovviamente Ricci pretendeva!). 
Grande Matematico e grande Maestro, Giovanni Ricci ero noto a noi studenti anche per il suo modo di agire bizzarro: concedeva magari un 18 ma pretendeva il lancio del libretto nella fontana del  Dipartimento di Matematica (quello di via Saldini 50 a Milano) o fissava in aula timide matricole tuonando con la sua voce bassa, cavernosa e un po' impostata (vezzo di famiglia, essendo fratello dell'allora noto attore e regista teatrale Renzo Ricci):
"se non capite queste cose, che capirebbe anche il bigliettaio dell'autòbus (lo accentava sulla o), cambiate...... cambiate subito!"
A me disse "sa che lei è proprio carina? gradirei rivederla alla prossima sessione!", e, alla sessione successiva (fortunatamente mi tenne buono lo scritto) si ricordò di richiedermi proprio il famigerato teorema che però sapevo alla perfezione perché, forse anche grazie a lui e al suo rigore, il mio odio si era ritrasformato in amore.


I due volumi di Analisi I di Giovanni Ricci, decisamente logori perché sempre consultati

Un grande "Maestro" a cui deve sicuramente molto lo stesso Enrico Bombieri, il matematico italiano che vinse la medaglia Fields, nel 1974.
Enrico Bombieri infatti entrò in contatto a Milano con il professor Giovanni Ricci che, dopo un incontro a casa, poi lo invitò a una corrispondenza scientifica da cui nacque, nel 1957, il primo lavoro di Bombieri, a soli 17 anni, sulle equazioni diofantee (equazioni in una o più variabili con coefficienti interi di cui si ricercano le soluzioni intere).
Tra gli aneddoti si ricorda che Ricci soleva dirgli: "se non impari l’analisi complessa sarai sempre un dilettante"!
Lo accolse quindi in università, consigliandolo, incoraggiandolo e fornendogli libero accesso alla biblioteca di Matematica (ora a lui dedicata) affidandogli addirittura le chiavi, lui gelosissimo dei suoi libri e della sua biblioteca, per permettergli di scorazzare indisturbato, perché come ribadiva sempre "fondamentale è leggere ed aggiornarsi".
Bombieri si laureerà quindi all'Università degli Studi di Milano con una tesi della quale fu relatore Giovanni Ricci, che lo manderà poi a Cambridge a incontrare Harold Davenport e a Parigi da Jean Pierre Serre, che insieme ad Aldo Andreotti e soprattutto all'"eccezionale e generosissimoEnnio de Giorgi, saranno i suoi "méntori".


Dipartimento di Matematica Federigo Enriques, di via Saldini 50 - Milano

Non voglio ricordare Giovanni Ricci per i meriti accademici o le capacità di insegnante e divulgatore (qui commemorazione di Giovanni Sansone), ma per la sua grande passione per i libri.
La Biblioteca del Dipartimento di Matematica di via Saldini 50 a Milano può essere infatti considerata il fiore all'occhiello di Giovanni Ricci.
Ma vediamo perché.
Il primo nucleo dell'attuale Biblioteca risale al 1924 (la prima acquisizione è datata 8 dicembre 1924) la cui sede era presso il Gabinetto di Matematica del Regio Politecnico. 
Il 31 dicembre 1934 la Biblioteca, costituita da 697 volumi, venne trasferita presso l’Istituto di Matematica della Regia Università nella attuale sede di via Saldini 50. 
Il 15 dicembre 1936, il prof. Giovanni Ricci venne chiamato da Pisa a Milano per ricoprire la Cattedra di Analisi Matematica nell'Università degli Studi, e qui trovò la Biblioteca molto misera, con pochi testi e pochi aggiornamenti. Ben diversa  dalla prestigiosa Biblioteca matematica della Scuola Normale Superiore di Pisa, di cui Giovanni Ricci, fine bibliofilo e grande amante di libri antichi e moderni, ne aveva avuto fino allora personalmente cura.
Questo era dovuto anche al fatto che, a differenza della tradizione matematica della Normale di Pisa, che nasce nel 1810, i corsi di laurea in Matematica a Milano erano molto più recenti, istituiti ufficialmente solo nel 1927 e con ridotto numero di docenti di ruolo. 
Fu così che subito Giovanni iniziò ad occuparsi della costituzione, presso l'Istituto Matematico dell'Università, di una Biblioteca matematica che fosse ricca ed efficiente. 
Un compito non facile e laborioso ma a cui egli vi si dedicò con entusiasmo, abnegazione ed impegno assiduo per tanti anni. 
Giovanni Ricci si preoccupò di acquistare libri nuovi e antichi, conoscendo e ricercando rivendite opportune ed antiquari da cui acquisì opere matematiche del ‘700 e dell’800, nonché riviste matematiche cercando anche di procurarsi man mano, se possibile, gli arretrati non posseduti. 
Interessato ai libri ma nello stesso tempo oculato, cercò sempre di servirsi di librai efficienti ma il più possibile convenienti (per esempio era ritenuto con questi requisiti Sperling & Küpfer) ed utilizzò tutte le sue conoscenze per rilevare anche edizioni antiche e rare, che si trovano tuttora nella "Biblioteca Matematica Giovanni Ricci". 
Il patrimonio crebbe così progressivamente arrivando a 4390 volumi alla fine del 1939, grazie anche a cospicue donazioni di docenti dell'Università, del Politecnico e dell'Università di Pavia.


Una delle edizioni dei Gründlagen di Hilbert

Nel 1940, dallo scoppio della guerra, divenne ben presto difficile comprare libri, soprattutto all'estero, tranne che in Germania e Ricci cercò di approfittarne il più possibile. Egli la ritenne infatti una buona occasione ed anche attualmente si nota nella biblioteca la vastità di quella operazione, ricordando anche che la produzione matematica tedesca, in quel tempo in particolare, era di ottimo livello, come, per esempio, le varie edizioni dei Gründlagen di Hilbert.
Giovanni Ricci dedicava molto del suo tempo anche nel lavoro materiale della schedatura dei volumi e per tanti anni si videro in Biblioteca le schede scritte con bella calligrafia (quella stessa regolare e rotonda dei libri e delle lezioni di cui parlavo) dallo stesso Ricci. 
Inoltre nei lavori di schedatura e di ordine nella Biblioteca, non avendo alcun personale specifico, si avvalse, fino alla metà degli anni '40, dell'aiuto di assistenti incaricati e volontari di Analisi Matematica (Clelia Romanini, Maria Vittoria Anzoletti, Cesarina Tibiletti, ecc.). 
Con la guerra la Biblioteca veniva a trovarsi in serio pericolo, soprattutto quando a Milano incominciarono, dalla fine del '42, i bombardamenti aerei e quindi, nel '43, si ebbe l'occupazione tedesca. 
Molti sfollarono da Milano e Ricci pensò di far sfollare anche la biblioteca, tenuto conto anche del fatto che allora era locata al secondo piano dell'edificio di via Saldini 50. 
Decise quindi di trasportare i libri nella Scuola Elementare di Locate Triulzi, località abbastanza vicina a Milano, e così partirono molti libri, legati a gruppi con robusti spaghi. 



La scuola di Locate Triulzi si vede in secondo piano, dietro il vecchio comune in stile neoromanico di fine '800
Cartolina inviatami da Marco Fulvio Barozzi

La scelta però si rivelò non molto opportuna dato che la scuola suddetta non era sicura perché si trovava proprio presso la ferrovia Milano-Pavia-Genova, linea che era colpita spesso dai bombardamenti alleati. 
Nel 1944 Ricci pensò quindi di far rientrare i libri a Milano, ma con la paura che potessero essere requisiti dai Tedeschi, che avevano una loro sede in piazza Leonardo da Vinci, si pose allora il problema di nascondere i libri stessi. 
Al secondo piano di via Saldini 50 si trovavano, oltre alla Biblioteca anche le aule per le lezioni di matematica e due di queste aule avevano dei robusti banchi di legno posti in ripida scalinata chiusa dai vari lati. 
Perché non nasconderli sotto una di queste? Vi si trovava infatti un ampio vano vuoto! 
I pacchi di libri provenienti da Locate Triulzi vennero quindi inseriti in uno dei suddetti vani ben rinchiuso e celato rispetto all'esterno. 
Giovanni Ricci, per tutto questo lavoro di trasporto e sistemazione dei libri, si avvalse anche del valido aiuto di Angelo Buscaglia, mitico bidello dell'Istituto Matematico, intelligente collaboratore non solo di Giovanni ma di tutti i docenti dell'Istituto stesso. 
Naturalmente in questo periodo la Biblioteca, quasi priva di libri, era pressoché inutilizzabile, tanto più che nella sala d'ingresso della Biblioteca stessa era stata sistemata una fumosa stufa a legna. 


Ingresso Dipartimento di Matematica Federigo Enriques

Tra i pochi giovani frequentatori di quella Biblioteca alcuni si scambiavano, invece di libri e ben di nascosto, fogli di stampa clandestina, antifascista e antitedesca. 
In tutto questo bailamme Giovanni Ricci, sempre entusiasta, pensava costantemente a progetti per lo sviluppo futuro sia della Biblioteca che della Matematica a Milano e quando suonava la sirena nemmeno se ne accorgeva.
Quando suonava la sirena, che avvisava dell'avvistamento di aerei da bombardamento, occorreva scendere nel rifugio antiaereo (sistemato nell'interrato di via Saldini 50), ma Ricci, stando lassù al secondo piano, continuava a parlare dei suoi sogni agli interlocutori del momento, che forse, diversamente da lui, pensavano al pericolo effettivo ed immediato di una qualche bomba che troncasse tutto. 
Questo fino a quando Giovanni Ricci dovette raggiungere la famiglia a Firenze con un viaggio avventuroso che spesso ricorderà. 
Comunque andò bene sia a Ricci e sia alla Biblioteca e all'Istituto che non subirono alcun danno! 


Biblioteca del Dipartimento di Matematica intitolata a Giovanni Ricci

Subito dopo il 25 aprile 1945, ancora una volta con un viaggio non facile, Ricci tornò a Milano da Firenze, mentre arrivò da Torino anche Guido Ascoli, già professore di Analisi Matematica a Milano, che era stato estromesso dall'Università nel '38 per effetto delle leggi razziali e che era scampato alle persecuzioni naziste. 
E fu così che il sogno di Ricci incominciò a riprendere piede. Ricci ed Ascoli seduti insieme ad un tavolo in Biblioteca un giorno della primavera del '45, incominciarono a pensare al ripristino e all'ampiamento della Biblioteca, lavoro a cui Ricci si dedicò fino agli ultimi giorni, morirà nel settembre 1973.
Per più di trent'anni quindi, dal 1936 al 1973, Ricci fu illuminato direttore della Biblioteca e ne accrebbe ulteriormente la raccolta fino a 27.000 volumi, donando, alla sua morte, il patrimonio personale di circa 2.000 libri. 
Dal 2000, dopo una imponente ristrutturazione, la Biblioteca è stata a lui intitolata ed è diventata Biblioteca d’Area, dotata di autonomia finanziaria, di un proprio regolamento e in grado di offrire 45 ore settimanali di apertura a docenti e studenti, rendendo così possibile il sogno di Giovanni Ricci, che aveva sempre ribadito "fondamentale è leggere ed aggiornarsi"!


Giovanni Ricci

Fonti
Per alcune notizie relative alla Biblioteca di Matematica nel periodo 1940 - 45 mi sono avvalsa di un articolo scritto sul sito mat-unimi dalla docente di Algebra (negli anni della mia frequentazione) Cesarina Tibiletti Marchionna