lunedì 18 novembre 2019

Chika's Test, un criterio per dividere per 7

Qualcosa di molto eccitante è successo venerdì 13 settembre 2019 quando Chika Ofili, un ragazzo nigeriano allievo di Miss Mary Ellis, che insegna matematica alla Westminster Under School di Londra, è entrato in classe e ha chiesto se poteva dirle qualcosa a cui aveva pensato durante le vacanze estive. 
L'insegnante si è incuriosita.


Chika Ofili, il ragazzo nigeriano di 12 anni residente nel Regno Unito, 
ha ricevuto i "TruLittle Hero Awards" per aver scoperto il nuovo
 criterio di divisibilità per 7 

Gli aveva dato un libro chiamato First Steps for Problem Solvers (pubblicato da UKMT) da consultare durante le vacanze e all'interno del libro c'era un elenco dei criteri di divisibilità, che vengono utilizzati per capire rapidamente se un numero è esattamente divisibile per 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 o 9 prima di iniziare effettivamente la divisione. 
Solo che non era stato elencato alcun criterio per verificare la divisibilità per 7, forse perché non facilmente memorizzabile.
Chika però si era reso conto che se si prende l' ultima cifra di un numero intero, la si moltiplica per 5 e poi la si aggiunge alla parte rimanente del numero, si ottiene un nuovo numero, scoprendo così che se questo nuovo numero è divisibile per 7, allora il numero originale è divisibile per 7.
Dopo che Chika l'ebbe spiegato alla maestra, lei, sabato mattina si svegliò pensando ancora al criterio di Chika e telefonò al fratello minore, Simon Ellis, che insegna anche lui matematica, per  chiedergli se avesse mai incontrato un tale criterio. 
Simon le confermò di non aver mai incontrato simile criterio e di aver verificato che il criterio funziona anche se si inizia moltiplicando l'ultima cifra per 12, 19, 26, 33 ... (appartegono alla stessa classe resto di 5 modulo 7), e quindi aggiungendola alla parte rimanente del numero.
Il tutto, come vedremo, è facilmente dimostrabile attraverso l'aritmetica modulare, vale a dire quella parte dell'aritmetica che si basa sul concetto di congruenza modulo n. 

"Dati tre numeri interi a, b, n, con n ≠ 0, diciamo che a e b sono congruenti modulo n, oppure che a è congruo a b modulo n, se la differenza (a − b) è un multiplo di n." 

In questo caso scriviamo
a ≡ b (mod n)
Per esempio, possiamo scrivere
38 ≡ 14 (mod 12)
poiché 38 − 14 = 24, che è un multiplo di 12

L'aritmetica modulare insieme alla notazione usuale della congruenza (tre trattini) vennero formalmente introdotte da Carl Friedrich Gauss nel suo trattato Disquisitiones Arithmeticae, pubblicato nel 1801.

Ma andiamo a spiegare e dimostrare questo criterio di divisibilità per 7. 


Immagine di Chika Ofili da Westminster Under School

Criterio di Chika Ofili di divisibilità per 7

Si basa sulla separazione dell'ultima cifra, quella delle unità e dice:

"Un numero è divisibile per 7 se la somma tra il numero ottenuto escludendo la cifra delle unità (prenumero) e il quintuplo della cifra delle unità (coda numerica) è 7 o un multiplo di 7."

Esempio: 68089 
eliminiamo l'ultima cifra 9 -> otteniamo 6808
calcoliamo 6808 + 5x9 = 6853 
non sapendo se 6853 sia divisibile per 7 basta ripetere la procedura 
quindi eliminando il 3 si ripete 
685 + 3×5 = 700
che è evidentemente un multiplo di sette. 
Pertanto 68089 è multiplo di 7.

Dimostrazione

Considerato un numero N, le sue cifre decimali sono i coefficienti a(i) che compaiono nella somma
N = a₀ + a₁10 + a₂10² + a₃10³ .... + a(n)10ⁿ
che possiamo scrivere più sintenticamente
N = a₀ + 10b
nel linguaggio dell'aritmetica modulare sappiamo che N è divisibile per 7 se e solo se:
N  ≡ 0 (modulo 7)
ovvero
a₀ + 10b ≡ 0 (modulo 7)
e se moltiplichiamo tutto per 5 (che è l'inverso aritmetico di 10 modulo 7) abbiamo
5a₀ + 50b = 0 (modulo 7)
ovvero
5a₀ + b + 49b ≡ 0 (modulo 7)
(49b si può elidere essendo multiplo di 7)
da cui
b + 5a₀ ≡ 0 (modulo 7)

Criterio di divisibilità per 7

Da questa dimostrazione può essere dedotto anche il criterio più noto che dice:

"Un numero è divisibile per 7 se la differenza tra il numero ottenuto escludendo la cifra delle unità (prenumero) e il doppio della cifra delle unità (coda numerica) è 0, 7 o un multiplo di 7."

Usando lo stesso numero del primo esempio: 68089 
eliminiamo l'ultima cifra 9 -> otteniamo 6808
calcoliamo 6808 - 2x9 = 6790 
non sapendo se 6790 sia divisibile per 7 basta ripetere la procedura 
quindi eliminando prima lo 0 e quindi il 9 si ripete 
67 - 18 = 49
che è evidentemente un multiplo di sette. 
Pertanto 68089 è multiplo di 7.

Dimostrazione

Dato che -2 appartiene alla stessa classe resto di 5 modulo 7, il criterio sopra definito può essere modificato come segue:
a₀ + 10b ≡ 0 (modulo 7)
se si moltiplica per -2 si ottiene
-2a₀ - 20b ≡ 0 (modulo 7)
ovvero
-2a₀ + b - 21b ≡ 0 (modulo 7)
(21b si può elidere essendo multiplo di 7)
da cui
b - 2a₀ ≡ 0 (modulo 7)



lunedì 11 novembre 2019

Matematica, dall'astratto all'applicato il passo è breve?

Il tema del prossimo Carnevale della Matematica di novembre, che MaddMaths ospita, è "Comunicare o non comunicare, questo è il problema", ovvero credo si ponga il problema di capire se davvero sia possibile comunicare e divulgare la matematica con linguaggio comprensibile o in tempi che davvero coincidano con la sua applicazione.
Proprio in questo mese cadono anche i 150 anni dall'uscita del primo numero del Magazine Nature, che sicuramente ha molto contribuito a comunicare e divulgare tutta la Scienza e anche molti studi e curiosità matematiche.


Video 150 Years of Nature

Tra queste curiosità mi piace qui ricordare un tema apparso su Nature nel lontano luglio 2011 sull'impatto non pianificato della matematica, "The unplanned impact of mathematics".
In questo intrigante articolo Peter Rowlett introduceva sette racconti, poco conosciuti, che illustravano come il lavoro teorico del matematico, con le sue scoperte, possa poi portare ad applicazioni pratiche, ma anche come non possa essere forzato e, a volte, richiedere secoli.
Introduce l'articolo un divertente aneddoto:
"Da bambino, ho letto una barzelletta su qualcuno che ha inventato la spina elettrica e ha dovuto aspettare l'invenzione di una presa per metterla dentro.



Ma chi inventerebbe qualcosa di così utile senza sapere a quale scopo avrebbe potuto servire? 
Nessuno tranne i matematici, perché la matematica mostra spesso questa sorprendente qualità. Cercando di risolvere i problemi del mondo reale, i ricercatori spesso scoprono che gli strumenti di cui hanno bisogno sono stati sviluppati anni, decenni o persino secoli prima da matematici senza alcuna prospettiva o senza curarsi dell'applicabilità. 
E la cassetta degli attrezzi è vasta, perché, una volta che un risultato matematico è dimostrato con soddisfazione della disciplina, non ha bisogno di essere rivalutato alla luce di nuove prove o confutato, a meno che non contenga un errore...se era vero per Archimede, allora è vero oggi!
Il matematico sviluppa argomenti che nessun altro può vedere e spinge le idee lontano nell'astratto, ben oltre dove gli altri si fermerebbero.
Questa estensione e astrazione, senza una direzione o uno scopo apparente, è fondamentale per la disciplina, né l'applicabilità è la ragione per cui lavorano i matematici.
Quindi spesso la comunicazione e la divulgazione di queste idee e scoperte appare anni o addirittura secoli dopo.
Non c'è modo di garantire in anticipo quale matematica pura troverà l'applicazione in seguito. Possiamo solo lasciare che il processo di curiosità e astrazione abbia luogo, lasciare che i matematici prendano in considerazione i risultati solo dal punto di vista logico, lasciando da parte la pertinenza applicativa e aspettando di vedere quali argomenti risulteranno in futuro estremamente utili. 
Si potrebbe dire che, così procedendo, quando arriveranno le sfide del futuro, avremo a portata di mano il pezzo giusto di matematica apparentemente inutile.

Per illustrare questa partiolarità della scoperta e della conseguente applicazione e comunicazione matematica a posteriori, Peter Rowlett chiese ai membri della British Society for the History of Mathematics alcune storie, non raccontate, dell'impatto non pianificato della matematica, tralasciando ovvietà come l'uso della teoria dei numeri nella crittografia moderna, o che la matematica esistesse già prima del computer o che i numeri immaginari sono diventati essenziali, per esempio, per i calcoli complessi che pilotano gli aeroplani... 
Peter Rowlett, nell'articolo, ne riportava sette:

- Dai quaternioni a Lara Croft di Mark McCartney e Tony Mann (Università di Ulster, Newtownabbey, Regno Unito; Università di Greenwich, Londra)
- Dalla geometria al Big Bang di Graham Hoare (Redattore di Mathematics Today)
- Dalle arance ai modem di Edmund Harriss (Università dell'Arkansas, Fayetteville)
- Dal paradosso alle pandemie di Juan Parrondo e Noel-Ann Bradshaw (Università di Madrid; Università di Greenwich, Londra)
- Dai giocatori d'azzardo agli studi attuariali di Peter Rowlett (Università di Birmingham, Regno Unito)
- Dai ponti al DNA di Julia Collins (Università di Edimburgo, Regno Unito)
- Dalle corde al nucleare di Chris Linton (Università di Loughborough, Regno Unito)

Io mi soffermerò solo su due, da me rielaborate con dati più recenti, legate ai grandi Keplero ed Eulero, che ho trovato interessanti e intriganti, per gli altri lascio alla curiosità del lettore l'articolo originale.


Dalle arance ai modem 

Nel 1998 la matematica salì alla ribalta con la notizie che Thomas Hales dell'Università di Pittsburgh, in Pennsylvania, aveva dimostrato che la congettura di Keplero era "molto probabilmente vera", dimostrando che il modo in cui i fruttivendoli impilano le arance è il modo più efficiente per imballare le sfere. 
Un problema che era stato aperto dal 1611 era finalmente risolto! 
Il problema è molto semplice da formulare: se si hanno un numero di sfere uguali, come si devono posizionare per occupare il minor spazio possibile? Ad esempio, se devo imballare le arance, come le organizzo in modo da ottenerne il massimo in una cassetta?
La sua dimostrazione comportò un gigantesco calcolo computazionale e alcuni anni dopo, Hales stesso avviò un programma per completare una vera prova formale della congettura, finché il 10 agosto 2014 il progetto, chiamato Project FlysPecK (dove le lettere F, P e K sono le iniziali delle parole che compongono la frase Formal Proof of Kepler), ha annunciato il completamento con successo del programma con un calcolo al computer che richiese 6 giorni e mezzo. 
Anche se al tempo in televisione un fruttivendolo dichiarò "Penso che sia una perdita di tempo e denaro dei contribuenti", da allora, continuando metaforicamente e mentalmente a discutere con quel fruttivendolo, oggi la matematica del confezionamento delle sfere consente la comunicazione moderna, essendo al centro dello studio di codifica di canali e codici di correzione degli errori.
Nel 1611, Johannes Kepler suggerì che l'accatastamento del fruttivendolo fosse il più efficiente, ma non fu in grado di fornire una prova. 
Si è rivelato essere un problema molto difficile e anche la più semplice domanda del modo migliore per accostare i cerchi è stata dimostrata solo nel 1940 da László Fejes Tóth. 
Già nel diciassettesimo secolo, Isaac Newton e David Gregory discutevano del "kissing problem" "quante sfere possono 'baciare' una determinata sfera senza sovrapposizioni?"
In due dimensioni è facile dimostrare che la risposta è 6 e Newton pensava che 12 fosse il massimo in 3 dimensioni. 
Lo è, ma solo nel 1953 Kurt Schütte e Bartel van der Waerden ne hanno dato una dimostrazione.
Il numero di accostamenti in 4 dimensioni è stato dimostrato essere 24 da Oleg Musin nel 2003. 
In 5 dimensioni possiamo solo dire che si trova tra 40 e 44 e tuttavia sappiamo che la risposta in 8 dimensioni è 240, dimostrata nel 1979 da Andrew Odlyzko dell'Università del Minnesota, Minneapolis e Neil Sloane. 
Lo stesso problema ha avuto un risultato ancora più strano e la risposta in 24 dimensioni è stata 196.560. 
Queste dimostrazioni, sorprendentemente, sono più semplici del risultato per tre dimensioni e si riferiscono a due accostamenti di sfere incredibilmente densi, chiamati reticolo E8 in 8 dimensioni e reticolo Leech in 24 dimensioni.

Il tutto sembrerebbe abbastanza magico, ma è utile? 
Negli anni '60 un ingegnere di nome Gordon Lang lo credeva. 
Lang stava progettando i sistemi per modem ed era impegnato a raccogliere tutta la matematica che riusciva a trovare perché aveva bisogno di inviare un segnale su un canale rumoroso, come una linea telefonica. 
Il modo naturale è scegliere una raccolta di toni per i segnali, ma il suono ricevuto potrebbe non essere lo stesso di quello inviato. 
Per risolvere questo, ha ricavato i suoni da un elenco di numeri ed è stato quindi semplice scoprire quale dei segnali che avrebbero potuto essere inviati fosse il più vicino al segnale ricevuto. 
I segnali possono quindi essere considerati come sfere, con spazio di manovra per il rumore,  e, per massimizzare le informazioni che possono essere inviate, queste "sfere" devono essere accostate il più strettamente possibile.
Negli anni '70, Lang sviluppò un modem con segnali a 8 dimensioni, usando l'imballaggio E8. 
Ciò ha contribuito ad aprire Internet, poiché i dati potevano essere inviati al telefono, invece di affidarsi a cavi appositamente progettati.
Tutto questo senza dimenticare i contributi dati in precedenza dal Secret Communication System (brevettato l'11 agosto 1942), il sistema ideato da Hedy Kiesler (Hedy Lamarr) e George Antheil per il quale ottennero il Pioneer Award dalla EFF, premio atteso da tempo per gli sforzi scientifici che arrivò a Hedy solo tre anni prima della sua morte nel 2000, mentre all'epoca Antheil era già scomparso da oltre 40 anni.
La loro invenzione è infatti alla basa di molti sistemi per le trasmissioni radio ancora oggi, non solo nella crittografia o in scopi militari, ma anche in ambito informatico e nella telefonia mobile, e sempre per questa invenzione, Lamarr e Antheil sono stati anche inseriti nella National Inventors Hall of Fame degli Stati Uniti nel 2014.

Dai ponti al DNA

Quando Leonhard Euler dimostrò alla gente di Königsberg nel 1735 che non potevano attraversare tutti i loro sette ponti in un solo viaggio, inventò un nuovo tipo di matematica, in cui le distanze non contavano. 
Eulero schematizzò il problema con un grafo, indicando con quattro vertici le zone della città (le due isole e le due rive del fiume) e con sette spigoli (i ponti che le congiungevano) e dimostrò che purtroppo non esiste alcun percorso che permetta di realizzare questa passeggiata che i cittadini di Königsberg desideravano tanto.
La sua soluzione si basava solo sulla conoscenza della disposizione relativa dei ponti, non su quanto fossero lunghi o quanto fossero grandi, ma solo nel 1847, Johann Benedict Listing finalmente coniò il termine "topologia" per descrivere questo nuovo campo e per i successivi 150 anni circa i matematici lavorarono per comprendere le implicazioni dei suoi assiomi.


Immagine da Dropsea
La cittadina prussiana di Königsberg è tagliata dal fiume Pregel al cui centro si trovano due isole raggiungibili attraverso sette ponti. E' dunque possibile trovare un percorso chiuso (punto di inizio e punto di fine coincidono) in grado di attraversare tutti i sette ponti una e una sola volta?

Per la maggior parte del tempo, la topologia è stata perseguita come una sfida intellettuale, senza aspettarsi che fosse utile. 
Dopotutto, nella vita reale, la forma e la misurazione sono importanti e una ciambella non è la stessa di una tazza di caffè, ma chi mai si preoccuperebbe dei buchi 5-dimensionali negli spazi astratti 11-dimensionali? 
Persino parti della topologia dal suono pratico come la teoria dei nodi, che aveva le sue origini nei tentativi di comprendere la struttura degli atomi, furono ritenute inutili per la maggior parte del diciannovesimo e del ventesimo secolo.
Improvvisamente, negli anni '90, iniziarono ad apparire le applicazioni della topologia. All'inizio lentamente, ma, guadagnando sempre più slancio, oggi sembra che ci siano poche aree in cui la topologia non venga utilizzata. 
I biologi imparano la teoria dei nodi per comprendere il DNA, gli informatici usano trecce (fili intrecciati di materiale che corrono nella stessa direzione) per costruire computer quantistici, mentre altri scienziati usano la stessa teoria per far muovere i robot. 
Il calcolo quantistico non funzionerà se non saremo in grado di costruire un sistema robusto resistente al rumore, quindi le trecce (operatori treccia) sono perfette per la memorizzazione delle informazioni perché non cambiano se le muovi.
Gli ingegneri utilizzano strisce Möbius unilaterali per rendere più efficienti i nastri trasportatori e i medici ricorrono alla teoria dell'omologia per eseguire scansioni del cervello.
È proprio perché la topologia è priva di misurazioni della distanza che è così potente. 
Gli stessi teoremi si applicano a qualsiasi DNA annodato, indipendentemente da quanto tempo passi o da quale animale provenga. Non abbiamo bisogno di scanner cerebrali diversi per le persone con cervelli di dimensioni diverse.  
I cosmologi la usano per capire come si formano le galassie e le società di telefonia mobile utilizzano la topologia per identificare i buchi nella copertura della rete e i telefoni stessi utilizzano la topologia per analizzare le foto scattate.
Quando i dati del sistema di posizionamento globale sui telefoni cellulari non sono affidabili, la topologia può comunque garantire che tali telefoni ricevano un segnale. 


Rielabolarazione di Yin Yang 
 Colorful Painting 5 di Dirk Czarnota

Queste due storie, come tante altre che se ne posssono trovare, dimostrano come la Matematica oscilli fondamentalmente tra due aspetti. 
Fin dall'antichità mentre alcuni la studiavano per risolvere problemi tecnici, altri cominciarono a chiamarla "arte" e la affiancarono alla filosofia. 
Quindi, senza alcuna ambiguità, chiamiamo queste due facce della matematica Matematica Applicata e Matematica Pura, che ben definì Bertrand Russell (1910) nei Principia Mathematica. 
Tuttavia, spesso può essere molto difficile tracciare una linea di separazione tra Matematica Pura e Matematica Applicata con la conseguente capacità di comunicarla e divulgarla. 
Come tanti esempi dimostrano, è capitato numerose volte, nel corso della storia, che problemi legati alla Matematica Pura e senza alcuna apparente applicazione, dessero poi a distanza di anni un contributo fondamentale al progresso. 
Bisogna quindi immaginarsi la matematica come un grosso Yin-Yang, ma invece che "luce" contro "ombra" o "fuoco" contro "acqua" mettiamoci "pura" contro "applicata".
I matematici applicati si concentrano sull’uso e la comunicazione nel mondo reale della matematica: ingegneria, economia, fisica, biologia, astronomia, tutti questi campi hanno bisogno di tecniche quantitative per rispondere a domande e risolvere problemi. La matematica pura, d’altra parte, è matematica fine a se stessa.
Ma se "applicata" significa utile non ne segue che "pura" debba voler dire inutile.
Come abbiamo visto è tutt'altro!
La matematica pura non si preoccupa delle sue applicazioni, non si occupa del mondo reale, ma ciò che potrebbe sembrare inutile, un giorno potrebbe diventare fondamentale.





venerdì 25 ottobre 2019

25 previsioni storiche sbagliate

Pablo Picasso, nato proprio oggi 25 ottobre del 1881, è stato l'artista innovatore e poliedrico che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte mondiale.
Eppure ci fu chi ne profetizzò una brevissima fama, fu Thomas Craven, critico d’arte, che nel 1934, dichiarò: "La fama di Picasso sfiorirà rapidamente"


Il grido di "Guernica" - Pablo Picasso  
Esposizione Universale di Parigi del 1937

Insieme a questa errata profezia altre, esilaranti se rilette oggi, hanno costellato la storia dei Beatles, del Cinema, l'auto, Walt Disney, il PC...

Qui ne ricordo altre 24 davvero incredibili:

1)"Inaffondabile" 
(Il soprannome del Titanic, la nave che affondò al suo primo viaggio, nel 1912)
2)"Wellington è un pessimo generale. Prevedo la vittoria entro l’ora di pranzo" 
(Napoleone Bonaparte, la mattina della battaglia di Waterloo, nel 1815)


Il transatlantico britannico della classe Olympic, RMS Titanic
diventato famoso per la collisione con un iceberg 
nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912

3)"Non c’è la minima possibilità di sviluppare energia atomica" 
(Albert Einstein, fisico, nel 1932) 
4)"Il cinema è poco più di una moda temporanea. Una storia chiusa in una scatola. Mentre quello che il pubblico vuole vedere è la carne e il sangue sul palco" 
(Charlie Chaplin, attore, nel 1916)
5)"Chi diavolo vuole sentir parlare gli attori? 
(Harry Warner, co-fondatore della Warner Bros, a proposito del cinema col sonoro, nel 1927) 


Il primo film dei fratelli Lumière (video)  
Gli spettatori ebbero paura di essere investiti dal treno

6)"Cartoni animati con un topo? Che idea orribile: terrorizzerà tutte le donne incinte" 
(Louis B. Mayer, capo della MGM, rifiutando il personaggio di Topolino creato da Walt Disney, nel 1928) 
7)"Entro sei mesi la gente si stancherà di stare a guardare quella scatola di legno chiamata tv" (Darryl F. Zanuck, presidente della 20th Century Fox, nel 1946)


Walt Disney Animation Studios "Steamboat Willie" (video)

8)"In futuro ci saranno soltanto quattro o cinque persone interessate a comprare un computer" (Thomas Watson, presidente della IBM, nel 1943)
9)"Io penso che ci sia un mercato mondiale per circa 5 computer" 
(Thomas J. Watson, presidente dell’IBM, intorno al 1948)
10)"In futuro un computer potrà forse pesare solo 1,5 tonnellate" 
(La rivista Usa “Popular Mechanics”, nel 1949) 
11)"Che bisogno ha una persona di tenersi un computer in casa?" 
(Kenneth Olsen, fondatore della Digital Equipment, nel 1977)


Thomas Watson Sr. seduto alla console dell'IBM 701

12)"L’ipotesi di viaggi nello spazio è una totale assurdità" 
(Richard van der Riet Wooley, astronomo inglese, Time 16 gennaio 1956)
13)"L’uomo non arriverà mai sulla Luna" 
(Lee De Forest, scienziato, nel 1967)
14)"Le casse acustiche senza fili non hanno un valore commerciale. Chi pagherebbe per un messaggio mandato a caso, senza un destinatario particolare?" 
(David Sarnoff, imprenditore, a proposito della radio senza fili, nel 1921) 
15)"Gli aerei sono dei bei giocattoli, ma di nessuna utilità militare" 
(Ferdinand Foch, comandante dell’esercito francese, nel 1911) 
16)"Chiunque sia a conoscenza di questo oggetto capirebbe che è un evidente fallimento" 
(Henry Morton, presidente dello Stevens Institute of Technology, a proposito della lampadina, nel 1880)


Il 21 ottobre 1879 Thomas Edison inventò la lampadina

17)"Finita questa mostra, di luce elettrica non ne sentiremo più parlare" 
(Erasmus Wilson, docente ad Oxford, nel 1889) 
18)"Cosa ce ne facciamo di questo giocattolo elettrico?" 
(William Orton, della Western Union, rifiutando di comprare la società telefonica di Alexander Bell per 100 mila dollari, all’inizio del Novecento) 
19)"Lasciamo perdere: con un film così non si incassa neppure un cent" 
(Irving Thalberg, direttore della Metro Goldwyn Mayer, a proposito del film “Via col vento”, nel 1936)


Via col vento - film del 1939 (video)

20)"È assurdo pensare che una locomotiva possa andar più veloce di una carrozza a cavalli" 
(The Quarley Review, rivista politico-letteraria inglese, 1825)
21)"Il cavallo resterà, l’auto è passeggera" 
(Horace Rackham, avvocato di Henry Ford, nel 1903)
22)"Non li vogliamo. La loro musica non funziona e le band che usano chitarre sono fuori moda" 
(Un portavoce della Decca Records riferendosi ai Beatles, nel 1962) 


"Abbey Road" l'iconico album dei Beatles - 8 agosto 1969

23)"Scavare sotto terra per cercare petrolio? Siete pazzi?" 
(Gli esperti della compagnia mineraria consultata da Edwin Drake per il primo progetto di trivellazione petrolifera, 1859) 
24)"Non esiste un compositore più incapace di Giuseppe Verdi
(Gazzette musicale de Paris, nel 1853)



martedì 15 ottobre 2019

Louis Le Prince un giallo di 124 anni fa


"Ombre sullo schermo: lo strano caso di Louis Augustin Le Prince" 
Articolo di Nick Parisi 


"Questa invenzione è destinata a non avere nessun successo commerciale."
Louis Lumière.
"Tutto ciò che conta nel cinema è inspiegabile."
Wim Wenders.
Non esiste mai una sola verità, non esiste una sola risposta.
Anche quando crediamo di conoscere tutto su un determinato argomento accade sempre qualcosa che ci fa ricredere, dopotutto la Storia è piena di zone d'ombra.
Già, perché le cose sono sempre molto più complesse di quanto siamo disposti a credere e la cosa vale per qualsiasi argomento, per tutte le materie dello scibile umano.
Prendiamo la cinematografia, ad esempio.
Cosa ne sappiamo di preciso delle sue origini? 
Se glielo domanderete, un qualsiasi esperto storiografo vi risponderà che tutto comincia nel 1885 quando l'americano George Eastman mette a punto la prima pellicola cinematografica. Invece quattro anni dopo, nel 1889, un altro statunitense, l'inventore miliardario Thomas Alva Edison crea la prima cinepresa (che battezza kinetograph ) e altri apparecchi per la visione.
Se poi lo storiografo o l'appassionato sarà particolarmente bravo e preciso, a corollario di tutte queste informazioni, vi fornirà anche la data del 28 dicembre 1895 come giorno ufficiale per la nascita del Cinema in senso stretto, allorquando i fratelli Auguste Louis Lumière, effettuarono la prima proiezione pubblica all'interno di un locale parigino.
Per la cronaca: il locale in questione era il Gran Cafè al Boulevard des Capucines e  il nome dato dai Lumière  al loro apparecchio era - ovviamente -  quello di cinématographe.

E la cosa bella è che tutte queste sono informazioni esatte, vere e precise.
Tuttavia non sono complete.
Come in tutte le Storie ci sono dei particolari che mancano.
E che, in parte, mancano ancora oggi.
Ma anche questo è un dato di fatto:  ci fu un altro padre del Cinema oltre ai fratelli Lumière e a Thomas Alva Edison , un uomo che riuscì ad effettuare delle riprese cinematografiche già nel 1886 \ 87, alcuni anni  prima delle imprese del miliardario americano.
Un uomo a cui è legato ben più di un mistero.
Mettetevi comodi, quella che narreremo oggi è la Storia di  Louis Aimé Augustin Le Prince.
L'uomo che (forse) inventò il Cinema.
E che, ancora più probabilmente, per questo si fece molti nemici.

Louis Aimé Augustin Le Prince
in una delle sue ultime immagini.
Ritratto di un inventore
Metz è una città molto antica, fondata  dai celti Mediomatrici e poi conquistata dai romani, in epoca latina divenne perfino più importante  popolata della capitale Lutetia Parisiorum, la futura Parigi.
 Situata tra i fiumi Mosella Seille è un luogo molto importante per i francesi ed è lì tra le mura dell'antica fortezza che il 28 Agosto dell'anno 1841 vede la luce Louis Aimé Augustin Le Prince.
Pur proveniente da una famiglia di militari, il giovane Louis preferisce dedicarsi ad altro, c'è in particolare un incontro che sa tanto di predestinazione, a definire il suo destino, tra i tanti amici del padre ce n'è uno che spicca: quel particolare amico di famiglia risponde al nome di Louis Jacques Mandé Daguerre, l'inventore del dagherrotipo.
L'antenato della macchina fotografica.
Ed è con Daguerre che Le Prince apprende i primi fondamenti delle discipline scientifiche, da lui eredita il sogno di riuscire a fermare la realtà in un immagine, a riprodurla se necessario.
In seguito Le Prince continuerà gli studi a Parigi e a Lipsia, ma l'uomo è un pioniere, sa di esserlo, comprende le difficoltà che la natura dei suoi studi comporta e per questo preferisce lavorare da solo.
Non trovando pace, fa quello che pochi francesi - allora come adesso - si arrischiano a fare: si trasferisce in Inghilterra.
L'occasione è data dall'invito di un compagno  di college, l'industriale John Whitley ed inizialmente , almeno nelle intenzioni di Le Prince, il soggiorno britannico dovrebbe durare pochi mesi.
Ma in destino ha in serbo altri programmi, ancora una volta galeotto sarà l'amore: nel 1869 Louis sposa Elizabeth la sorella di John e finisce per passare tutto il resto della sua vita tra l' Inghilterra e gli Stati Uniti
Ma sopratutto in Inghilterra, nella post industriale cittadina di Leeds nel West Yorkshire,  già nel corso dell'Anno 1886 accade qualcosa.

La camera a 16 lenti inventata da Le Prince
Tutt'ora conservata a Leeds.

Il primo film
Grazie al patrimonio dei Whitley e all'appoggio di Elizabeth, l'inventore francese  riesce a mettere prima a punto prima una macchina fotografica a sedici lenti.
E poi un primo esemplare di telecamera.
Questo secondo apparecchio in realtà è una fotocamera ad obiettivo singolo però a differenza della maggior parte delle altre fotocamere che si stanno sperimentando da altre parti nello stesso periodo è in grado di realizzare riprese di immagini in movimento.
Non si sa con esattezza quante riprese sperimentali Le Prince effettua, si parla di un numero imprecisato di cortometraggi girati nel corso degli anni. Di quattro però se ne ha la sicurezza.
Di questi quattro, però solo due sono arrivati ai giorni nostri con tutti i "frames" completi.  (1)
Il primo ,conosciuto come Traffic Crossing Leeds Bridge rappresenta una scena di movimento cittadino, il secondo intitolato Roundhay Garden Scene è invece girato all'interno del giardino della famiglia Whitley. Entrambi sono databili attorno al 1888 entrambi non durano più di due / tre secondi però  il segnale che qualcosa di nuovo è nato.
Inoltre sono i primi film "girati" di tutta la Storia umana.

Almeno inizialmente Le Prince non pensa affatto ad un impiego commerciale della sua invenzione, nemmeno ad effettuarne proiezioni pubbliche, al massimo dà vita ad alcuni spettacoli privati a beneficio di pochi e selezionati amici e conoscenti. Oppure si diletta a far divertire la figlia Marie.

Però, gli affari vanno male, diverse iniziative artistiche messe in piedi da Louis e da Elizabeth falliscono clamorosamente.
Inoltre, sempre più spesso arrivano voci su altre persone che cercherebbero di riprodurre gli stessi effetti creati dall'inventore francese, numerosi concorrenti e non tutti propriamente corretti.
Il nome che viene fatto maggiormente in proposito è quello di un certo Thomas Alva Edison.

Traffic Crossing Leeds Bridge.

Per questo motivo Louis Aimé Augustin Le Prince si decide a far registrare la sua invenzione.
Qualcosa però non va nel verso giusto.
Se infatti il brevetto inglese viene concesso senza nessun tipo di problemi, le cose si complicano quando giunge il momento di chiedere quello americano.
La richiesta viene respinta senza alcun motivo apparente.

Le Prince decide quindi di correre ai ripari, organizza in fretta e furia una proiezione pubblica a New York per la fine del  1890 nel tentativo di trovare nuovi finanziatori.

Prima però sente il bisogno di tornare in Francia da cui manca da lungo tempo.
Probabilmente la peggior decisione di tutta la sua vita.

16 settembre 1890.

Ad ogni modo durante il suo soggiorno europeo, l'uomo non sta certo con le mani in mano: compie ulteriori studi, realizza altri progetti, fa costruire un nuovo e più grande proiettore da utilizzare alla proiezione di New York. Ed è quindi un Louis Le Prince enormemente entusiasta quello che il giorno che alla stazione di Digione saluta suo fratello Albert alla volta di Parigi.
Solo che Albert Le Prince sarà l'ultima persona che riuscirà a vedere suo fratello.
Perché quando il treno arriverà alla Stazione di Parigi non verrà trovata nessuna traccia né dell'inventore e nemmeno dei suoi bagagli.
 Louis Aimé Augustin Le Prince sembra completamente scomparso dalla faccia della Terra.

“Il cinema è solo una moda passeggera. È il dramma in lattina. Il pubblico vuole vedere storie di carne e di sangue rappresentate in palcoscenico.” 
Charlie Chaplin.
" Il cinema sonoro non soppianterà mai il cinema muto"
Thomas Alva Edison.

Arriva un momento nella vita di ogni persona in cui tutte le sicurezze, le convinzioni, le più piccole certezze acquisite nel corso degli anni vengono completamente spazzate via,  chi ci è passato sa di cosa stiamo parlando e se lo ricorda bene: si tratta di quel minuscolo, gigantesco e bruciante istante in cui tutto quello che si crede di sapere risulta distrutto.
Ed il mondo, quel mondo che fino a quel momento sembrava familiare frana addosso a chi rimane.

Ecco, per la famiglia di Louis Augustin Le Prince quel momento, quel giorno arriva la mattina del 16 settembre 1890.
Facciamo un passo indietro.
L'uomo che non scese mai dal treno.
Dopo tanti anni di esperimenti la vita di Le Prince sta per subire un grosso cambio di prospettiva.
C'è un programma stabilito da lungo tempo, degli accordi presi in vista di un programma ambizioso: Louis Aimé Augustin Le Prince si sta preparando a far riconoscere le sue invenzioni. L'uomo è atteso negli Stati Uniti per effettuare una proiezione a New York, a questo scopo Le Prince ha scritto un 'ultima lettera alla moglie e al figlio chiedendogli di trovare il luogo adatto per la dimostrazione.

La telecamera costruita da Le Prince.

Il viaggio in Francia è quindi un modo per l'uomo per rilassarsi, per prepararsi in vista dei gravosi impegni che stanno arrivando.
E per sbrigare gli ultimi importanti impegni in terra europea.
Ad aspettarlo alla stazione di Parigi quella mattina del 16 settembre ci sono diversi amici dell'uomo, anche con loro Le Prince si è spesso sentito via lettera, preparando quella rimpatriata.
Nessuno di loro però lo vede scendere dal treno, nessuno di loro quando sale tra i vagoni a cercarlo trova tracce dell'inventore.
Anche tutti i bagagli sembrano scomparsi.
Quasi non fossero mai nemmeno esistiti.
Per quanto riguarda gli altri passeggeri, non ce n'è nemmeno uno che ricordi di aver visto l'uomo all'interno del treno. O di averci parlato assieme.
Louis Le Prince sembra diventato un fantasma.
Nessuno lo rivedrà mai più.
Un unico elemento risulta però certo: a causa della sparizione dell'inventore francese, la sua famiglia non riesce a registrare la sua invenzione, il tanto famoso e desiderato brevetto americano non arriverà mai.
Col tempo il nome di Le Prince cadrà lentamente nel dimenticatoio.
Lo stesso accadrà con le sue invenzioni.

Accordion Player (1888)
Un altro dei film di Le Prince

Ipotesi ed indagini.
Fin dall'inizio ci sono diversi elementi che non tornano.
Certo partono diverse indagini: indaga la polizia francese, investiga anche Scotland Yard, perfino la famiglia Whitley mette in mezzo dei suoi uomini.
In particolare è Elizabeth, la moglie di Louis che dimostra di avere le idee chiare, "Lizzie", come la chiamano in famiglia nel corso degli anni rivolgerà delle accuse ben precise, la donna punterà sempre il dito verso un'unica persona, farà sempre e solo un unico nome.
Il nome è quello del principale rivale di suo marito, dell' uomo che da tempo sta investendo soldi ed energie sullo stesso settore di Le Prince.
Il nome è quello di Thomas Alva Edison.

Alla famiglia di Le Prince decisamente non va giù che immediatamente dopo la sparizione del loro congiunto in America qualcun altro stia ottenendo piano piano tutti i brevetti che in precedenza erano sempre stati negati a Louis.
Ben pochi le danno ascolto, almeno inizialmente.
Mancano le prove, inoltre c'è anche qualcosa d'altro da considerare: non solo Edison ha cominciato ad occuparsi della realizzazione delle macchine fotografiche abbastanza in ritardo rispetto agli altri pionieri del periodo, ma va anche detto che il miliardario americano ha da tempo preso l'abitudine di non seguire mai direttamente i tanti progetti di cui si occupa, quanto piuttosto di limitare a finanziarli e a  delegarne la realizzazione a vari assistenti.
In particolare, l'uomo che si occupa delle ricerche sul kinetograph per conto di Edison è un inglese che corrisponde al lunghissimo nome di William Kennedy Laurie Dickson.
Ricordatevi anche questo nome.
Perché tornerà spesso nel corso di questa vicenda.

William Kennedy Laurie Dickson nel 1891
Ad ogni modo sarà proprio Dickson  a realizzare materialmente il primo prototipo funzionante del kinetoscoph nel 1891 assieme ai suoi collaboratori (Edison si era limitato infatti a concepire il progetto iniziale e a depositare le cauzioni iniziali a livello di brevetto) e a perfezionarne la versione finale a cavallo dei due anni successivi.

Gli investigatori preferiscono orientarsi verso altre strade, strade forse più prosaiche ma che almeno apparentemente forniscono maggiori prospettive.
Qualcuno comincia ad insinuare che gli affari della famiglia Le PrinceWhitley non fossero poi così floridi come volevano far sembrare, le voci di un fallimento diventano sempre più forti.
Sotto questa luce anche il viaggio in Francia assume una diversa luce: la visita ai familiari, in particolare al fratello Albert, sarebbero solo un ultimo disperato tentativo di ottenere fondi e la propria parte dell'eredità.
Dopotutto Albert è l'amministratore unico del patrimonio familiare, dopotutto Albert è stata l'ultima persona a vedere vivo suo fratello. Anzi, escludendo proprio Albert Le Prince nessun altro sembra aver mai nemmeno visto Louis Aimé Augustin salire su quel maledetto espresso Digione- Parigi
Per lungo tempo l'ombra dei sospetti graverà sopra la testa di Albert Le Prince ma anche in questo caso non viene trovata alcuna prova certa.
Altri ancora- in particolare il figlio di Albert- intorbidano ulteriormente le acque sostenendo che suo zio volesse suicidarsi a causa dei suoi problemi economici.
Louis Aimé Augustin Le Prince viene dichiarato ufficialmente morto nel 1897
Non vengono trovati colpevoli, nessuno verrà mai processato, nessuna sentenza verrà mai emessa.
Nel frattempo, l'anno prima è avvenuta la prima proiezione ufficiale da parte di Edison e, andando più indietro di un altro anno ancora due fratelli parigini hanno effettuato la loro in Francia
Il Cinema è ufficialmente nato.
Sembrerebbe l'ultimo atto dell vicenda.
Invece le cose vanno avanti.
E la famiglia Le Prince continuerà a pagare un alto tributo di sangue

Thomas Alva Edison

Il sangue dei figli.
Interviene un nuovo attore nel dramma.
All'interno della famiglia Le Prince non c'è solo Elizabeth ad accusare Edison di essere il responsabile -più o meno occulto - della scomparsa di Louis, ma a lei ben presto si affianca anche il figlio Adolphe.
Adolphe effettua delle indagini per conto suo, cerca il padre per anni e lentamente si convince che l'unica persona che poteva avvantaggiarsi seriamente da una uscita di scena del genitore sarebbe potuto essere solo il miliardario statunitense.
Per questo cerca ossessivamente la sua occasione non solo per screditare colui che ritiene il suo avversario ma anche per far finalmente riconoscere il primato creativo del padre.
L'occasione a lungo cercata sembra presentarsi finalmente nel 1898
In quell'anno infatti le strade di Thomas A. Edison e William Dickson si separano definitivamente.
Assieme ad altri inventori Dickson fonda una nuova compagnia, la American Mutoscope (2) che comincia a fare seriamente concorrenza al facoltoso ex principale; la società infatti lancia sul mercato un apparecchiatura chiamata Mutoscopio che contrasta il monopolio del Kinetoscopio all'interno delle prime sale cinematografiche (chiamate Nickelodeon )
C'è però il problema dell'esclusività  dei brevetti detenuta saldamente in mano da Edison, la nuova società rischia più volte di violare la legge e più volte rischia di incorrere in sanzioni.
Dickson si ricorda quindi del lavoro di Le Prince e chiama Adolphe come testimone in un processo contro la società di Edison, per dimostrare l'infondatezza delle pretese del suo ex datore di lavoro.
Adolphe accetta con entusiasmo, non solo si presenta in tribunale, non solo testimonia, ma porta con se i progetti e le macchine del padre.
Tutto si rivela inutile.
La Mutoscope perde la causa, per i magistrati americani l'unico detentore assoluto,l'unico inventore e proprietario del Cinema risulta Thomas Alva Edison. 
Ancora una volta sembrerebbe essere arrivata la fine della vicenda.
Ancora una volta capita qualcosa che rimette in discussione tutto quanto.
Tre anni dopo, durante l'inverno del 1901 mentre partecipa ad una caccia alle anatre nelle vicinanze del cottage americano di famiglia anche Adolphe scompare improvvisamente
Nel suo caso, lui però viene ritrovato.
Morto.
Il caso viene derubricato come morte accidentale.

Epiloghi.

La Targa commemorativa
esposta a Leeds

Thomas Alva Edison non si godette a lungo l'esclusiva sulla proprietà dei brevetti cinematografici, già l'anno successivo alla prima sentenza un nuovo processo annullò la sua vittoria.
Il settore fu quindi liberalizzato e da quel momento in poi il Cinema divenne proprietà  di tutti.
William Kennedy Laurie Dickson tornò in Inghilterra dove morì nel 1935
 Invece la Mutoscope  dopo un iniziale periodo di fortuna e splendore durato almeno fino al 1915 subì grossi contraccolpi e smise praticamente di produrre film già a partire dal '16  anche se continuò a lavorare come distributrice fino al 1928.
Gli ultimi diritti in mano alla compagnia andarono scaduti verso la fine della Seconda guerra Mondiale e non andarono mai più rinnovati
Di fatto però la società aveva cessato di esistere da molto molto tempo prima.
In quanto ad Elizabeth "LizzieWhitley visse ancora qualche anno. Fino alla morte restò convinta che il marito e il figlio fossero stati ammazzati, così come restò convinta che il mandante della morte di entrambi i suoi congiunti fosse Edison.

Il nome di Louis Le Prince venne a lungo dimenticato, tra i pochi che continuarono a ricordarsene va annoverato un ristretto numero di storici e ricercatori.
Non lo dimenticarono mai  gli abitanti di Leeds dove già nel 1930 venne apposta una targa commemorativa nel luogo dove sorgeva il laboratorio dell'inventore
Anche qualche giornalista tentò di ricostruire la storia della sua vita e- sopratutto - della sua morte.
Poi, lentamente, a partire dagli anni '60 del secolo scorso le cose cambiarono.
Ci fu una lenta riscoperta ed oggi molti considerano il suo nome come quello di uno dei padri o comunque come quello di uno dei pionieri del pre-Cinema.
C'è anche un museo a Londra con alcuni macchinari donati dalla figlia Marie.
Tuttavia sempre a partire dagli anni '60 sorsero altre versioni riguardanti la sua morte, una più fantasiosa dell'altra.
 Si è parlato di un omicidio commissionato dalla famiglia, di un suicidio per debiti, di un'allontanamento volontario dell'uomo per nascondere una sua presunta omosessualità.
Ma sono ipotesi che non sono corroborate da nessuna prova valida, vuote come possono essere tutte le ipotesi.
Rimangono in piedi le tesi maggiori, quelle ricordate all'inizio di questo post.
Forse però la verità non si conoscerà mai.

Il Cinema può essere tante cose. arte, divertimento, descrizione della realtà, denuncia, escapismo e tanto altro ancora, dipende dagli occhi di chi vede ma anche da quelli che lo realizzano.
Qualcuno lo mitizza, qualcuno lo idealizza altri lo sminuiscono..nessuno però può negare la sua carica magica.
A quanto sembra però la sua nascita è avvolta nel mistero.
E come tutti i misteri ha avuto i suoi martiri e le sue vittime sacrificali.
Rimane un'ultima cosa da dire.

L'ultima foto (?).

La foto che ritrarrebbe
il defunto Le Prince.

Nel 2003 da un archivio della polizia parigina è stata ritrovata una foto del 1890 che ritrae un uomo annegato.
Molti hanno creduto di riconoscere nel cadavere della foto il volto di Louis Aimé Augustin Le Prince
Il cerchio non sarà mai definitivamente chiuso, manca la soluzione, però per ora la Storia sembra aver raggiunto una sorta di finale.



note:
(1) Sono stati sicuramente girati da le Prince almeno altri due corti di  3 secondi,  il primo chiamato Man Walking Around a Corner- tecnicamente sarebbe precedente ai due già nominati, in quanto datato attorno al 1887 mentre il secondo Accordion Player risalirebbe anch'esso al 1888. Entrambi però sono incompleti e mancanti di alcuni frames.
In particolare quello che rimaneva di  Man Walking Around a Corner, considerato inizialmente smarrito, è stato restaurato a partire da una pellicola degli anni '30s.  Il risultato finale non è comunque eccelso, anche per questo si preferiscono ricordare quasi sempre solo gli altri due film di Le Prince citati nell'articolo in quanto entrambi completi.
Se siete incuriositi - e vi ricordo che quelli di Le Prince , allo stesso modo di quelli dei Lumiere più che veri film sono al massimo delle riprese dal vivo di scene di vita quotidiana - sono tranquillamente rintracciabili  sul Tubo in varie forme che non fanno altro che ripetere in loop l'inquadratura effettuata dal pioniere francese.
 (2) Il nome completo è American Mutoscope and Biograph Company, ma come abbreviativo si è sempre preferito chiamarla Biograph.
Articolo originale qui
Per ulteriori approfondimenti consiglio: 
Tesi di Dottorato di Federico Striuli
Università Cà Foscari - Venezia