lunedì 26 agosto 2019

L'arte a 369 gradi

Matematicamente parlando 369 è un numero dispari
- è un numero composto con 6 divisori: 1, 3, 9, 41, 123, 369 
- è un numero difettivo poiché la somma dei divisori (escluso il numero stesso) è 177 < 369
- è la somma di 4 cubi diversi: 369 = 1³ + 3³ + 5³ + 6³
- è un numero palindromo nel sistema numerico esadecimale  171 
- è parte delle terne pitagoriche (81, 360, 369), (369, 492, 615), (369, 800, 881), (369, 1640, 1681), (369, 2508, 2535), (369, 7560, 7569), (369, 22692, 22695), (369, 68080, 68081).
- è un numero congruente (in matematica un numero congruente è un numero naturale che rappresenta l'area di un triangolo rettangolo che ha per lati tre numeri razionali...

Queste sono alcune proprietà del numero 369 che certo non troviamo però come misura di un angolo noto.


Francesco Tresoldi - "Natura morta con antiche carte" - olio su tavola - 2017

"Arte a 369 gradi" sembrerebbe quindi un errore o un refuso seppur matematicamente non sia sbagliato. Rappresenta infatti un angolo che semplicemente supera di 9 gradi il più noto angolo giro di appunto 360 gradi.
Una visione completa a 360 gradi con una piccola visione in più, di quei 9 gradi che vogliono testimoniare anche i 50 anni dell'esperienza artistica di Francesco Tresoldi iniziata dopo l'Accademia di Brera, proprio nel 1969. 
Accademia di Brera in cui aveva avuto come guida e mentore Bruno Gandola, poliedrico artista, pittore, scultore, incisore, ceramista...che, come mi ha raccontato lo stesso Tresoldi, lo sostenne proprio in quegli anni di debutto nelle sue prime mostre.




Alcuni quadri dell'esposizione "Arte a 369 gradi" 

"Arte a 369 gradi" è quindi l'ultima mostra, conclusasi domenica 25 agosto 2019, allestita in una location davvero suggestiva, la chiesetta di San Martino Franco, in località Piazza, di Corteno Golgi.
Mostra dove le tele di Francesco Tresoldi si sono fuse con gli interni e i pregevoli affreschi quattrocenteschi della chiesa romanica che domina la vallata da cui si gode un’ottima vista sul Corno del Baitone e sull’Adamello, che fu eretta e intitolata al santo, vescovo di Tours, dai monaci benedettini nel corso del IX secolo d.C.


Francesco Tresoldi - Schizzo Chiesetta San Martino Franco - 2019

Interno della Chiesetta di San Martino Franco

Affresco risalente al XV secolo di San Pietro, con la chiave ed il libro,
 e San Paolo, con la spada

"Arte a 369 gradi" quei 9 gradi in più a significare l'essenza della cultura!
Tra i molti quadri esposti uno in particolare mi ha colpito per i richiami a testi antichi, forse anche matematici, di cui si intravede una scritta, e per la simbologia che si percepisce.
Dal titolo "Natura morta con antiche carte", l' opera, un olio su tavola del 2017, ha stimolato la mia curiosità per i particolari che, per me, evidenziano una ricerca di cultura, forse di antica saggezza: insieme alle vecchie carte, un vaso ed alcune bacche.
Il vaso affascina perché è un oggetto che rimanda ad altro da sé.
Chi avrà pensato, plasmato, decorato quel vaso? Il pittore o l'artigiano? Qual'è lo scopo per cui è stato fatto o dipinto?
Materiale, modellatura, scopo, provenienza, epoca, preziosità, contenuto sono infatti tutti aspetti che in qualche modo non parlano solo del vaso in sé, ma portano a coglierne la valenza simbolica. 
Un vaso chiuso può celare un mistero e un vaso vuoto e aperto, come quello del quadro, puo essere il segno di capacità recettiva o di offerta, fors'anche di inservibilità.
La sua apertura verso l’alto simboleggia la richiesta di essere riempito, riempito di cultura forse, e la sua forma nello spazio implica solidità e nello stesso tempo impedisce la dispersione di quanto contiene. 
Ma anche la sua fragilità è proverbiale e basta poco per ridurlo in cocci. 
Tutti significati, a mio avviso, che contribuiscono a qualificare il vaso come simbolo di recettività, interiorità ma anche fragilità, elementi caratteristici della cultura. 
E il ramo di foglie e bacche?
Forse un agrifoglio senza spine che grazie ai suoi due colori, verde delle foglie e rosso delle bacche, può assumere due distinti significati che si possono ricollegare anch'essi alla cultura. 
Il verde del ramo a significare la speranza e l'eternità della cultura, mentre il rosso delle bacche, come il rosso del sangue, può rappresentare la voglia di combattere per la cultura, per non cadere nell'ignoranza, per non rinunciare ai valori e all'importanza del sapere.




Non so se Francesco Tresoldi volesse davvero significare tutto ciò e soprattutto se volesse, con questo quadro, simboleggiare l'essenza della cultura.
Questo è quello che ha stimolato in me che credo, sopra ogni altra cosa, all'importanza del sapere e della cultura, come un patrimonio insostituibile di cognizioni e di esperienze a cui ogni essere umano non dovrebbe mai rinunciare.




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