Non volendo assolutamente sminuire la prestigiosa onorificenza, di valore mondiale, attribuita annualmente a personalità viventi che si sono distinte nei diversi campi, né tanto meno il lavoro di ricerca del nostro fisico Giorgio Parisi, premiato con il Nobel per la Fisica proprio l'anno scorso, sto però assistendo a una strana correlazione tra l'essere un "Nobel prize" e per questo essere anche "garanzia di verità".
Per mettere in luce le emergenze e trovarne soluzioni tout court i media stanno veicolando il concetto che qualunque premio Nobel sia assolutamente garanzia di infallibilità e per questo ogni sua interpretazione della realtà dovrebbe essere accettata quasi per fede.
Immagine legata alle scoperte di Benjamin Thompson Conte Rumford
(26 marzo 1753 - 21 agosto 1814) fisico statunitense
che rivoluzionò la termodinamica del XIX secolo
"Lo dice un premio Nobel non vorrai metterlo in dubbio?"
Questa la risposta ad alcuni miei commenti critici sul fatto che per esempio il fisico Giorgio Parisi abbia sostenuto la campagna sanitaria o adesso quella energetica non essendo propriamente un esperto.
Certo la pasta che cuoce anche a fuoco spento ha un substrato scientifico tanto che già nel 1799 Benjamin Thompson, più conosciuto come Conte Rumford, uno dei fondatori della termodinamica, in un saggio in cui analizzava scientificamente i processi di cottura, si stupiva di come fossero così poco compresi.
Benjamin Thompson è considerato infatti il fondatore della Cottura del Cibo a Bassa Temperatura (CBT – Sous Vide) grazie al suo esperimento con una spalla di montone, in cui scoprì facilmente che la cottura dei cibi è dovuta al calore e non all’ebollizione dell’acqua e che, sempre da questo esperimento, è considerato il fondatore del metodo di preparazione degli alimenti sottovuoto..
Non mi dilungo in questa sede sul grande fisico e scienziato statunitense, che per il periodo in cui visse non poté certo ricevere il Nobel, ma ribadisco che non c'era bisogno di un Nobel per saperlo, lo diceva già la mia nonna e, tempo fa Dario Bressanini su le Scienze, ma i veri problemi energetici sono altri e ben più gravi che non sono mai stati affrontati da nessun governo, ingigantiti da una tragica situazione internazionale e non certo determinati dalla cottura della pasta o dal risparmio energetico da parte dei semplici cittadini.
Ma non è di questo che volevo parlare bensì del fatto che anche i premi Nobel possano essere controversi.
I destinatari del premio, che consiste in una medaglia d’oro e una somma in denaro, sono stati spesso oggetto di molte polemiche e la CNBC (Consumer News and Business Channel riconosciuta come leader nella diffusione di notizie economiche fornendo informazioni realtime sui mercati e coprendo l'informazione economica mondiale a 360 gradi) considerava alcune controversie che circondano il premio, soprattutto, come vedremo, quello per la Pace e quelli clamorosamente omessi.
Partendo dalla più antica e procedendo verso le più attuali troviamo:
1918 - Fritz Haber, Premio Nobel per la Chimica
1926 - Johannes Fibiger, Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina
1948 - Paul Mueller, Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina
1949 - António Egas Moniz, Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina
1973 - Henry Kissinger, Premio Nobel per la Pace
1994 - Yasser Arafat, Premio Nobel per la Pace
2006 - Mahatma Gandhi, omissione Premio Nobel per la Pace
2009 - Barack Obama, Premio Nobel per la Pace
2012 - L’Unione Europea, Premio Nobel per la Pace
2016 - Bob Dylan, il Premio Nobel per la Letteratura
1918 - Fritz Haber, Premio Nobel per la Chimica
Fritz Haber nel 1919 - © Getty Image
Fritz Haber ha ricevuto il premio per aver inventato il processo Haber-Bosch, che è un modo per produrre ammoniaca su larga scala. Ciò si è rivelato fondamentale nella creazione di fertilizzanti per sostenere l’agricoltura e quindi nutrire miliardi di persone.
Ma Haber è anche noto per aver contribuito a sviluppare gas di cloro come arma chimica durante la prima guerra mondiale e per averne difeso l’uso in guerra.
E Haber si recò sul fronte orientale, per contemplare personalmente l'uso di gas velenosi contro i russi.
Nell'attacco con il gas condotto contro i russi, Haber fu il primo a utilizzare un additivo al gas di cloro, il fosgene, che, a differenza del cloro, penetrava attraverso i mezzi di protezione allora esistenti.
Haber era convinto che l'uso di armi a gas in una guerra fosse più umano dell'uso di armi convenzionali, poiché ciò porterebbe a termini più brevi della guerra stessa.
Tuttavia, 92.000 soldati furono uccisi dal gas durante la prima guerra mondiale e più di 1.300.000 soldati furono disabili, e, alla fine della prima guerra mondiale, fu steso un elenco di 900 criminali di guerra, tra cui Fritz Haber.
Questo risulterebbe anche ironico, poiché Alfred Nobel creò i premi Nobel per la preoccupazione di essere ricordato per aver creato la dinamite e altre armi, dopo aver letto un giornale francese che lo chiamava "il mercante di morte".
1926 - Johannes Fibiger, Premio Nobel per
la Fisiologia o la Medicina
Il medico danese Johannes Fibiger ricevette l'onorificenza in seguito alla sua scoperta relativa ai nematodi cancerogeni, esseri vermiformi che secondo il dottore causavano il cancro nei ratti che li ingerivano.
Nel 1926 ricevette il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina "per la sua scoperta del carcinoma Spiroptera", dimostrando che il nematode che chiamò Spiroptera carcinoma (ma correttamente chiamato Gongylonema neoplasticum) avrebbe potuto causare il cancro allo stomaco (carcinoma a cellule squamose) nei ratti e nei topi.
Nulla di strano se non fosse che la sua dimostrazione e i suoi risultati sperimentali si siano successivamente rivelati falsi in quanto i topi morivano a causa di carenza di vitamina A e non per la presenza dei parassiti all'interno del loro organismo.
Bisogna però dargli merito che il suo metodo di ricerca sulla difterite è considerato l'origine di un'importante metodologia di ricerca in medicina nota come "sperimentazione clinica controllata".
1948 - Paul Mueller, Premio Nobel per
la Fisiologia e la Medicina
Paul Hermann Müller nel laboratorio della ditta
Geigy a Basilea.
Fotografia, 1952 - © Firmenarchiv der Novartis AG, Basilea
A Paul Hermann Müller, noto anche come Pauly Mueller, il premio fu consegnato in merito agli studi condotti sul DDT, per la sua scoperta nel 1939 delle qualità insetticide e l'uso del DDT nel controllo delle malattie come la malaria e la febbre gialla.
Il medico svizzero non sintetizzò il para-diclorodifeniltricloroetano, ma fu il primo ad aver individuato un suo utilizzo.
Nel corso della sua ricerca, Müller scoprì che gli insetti assorbivano le sostanze chimiche in modo diverso rispetto ai mammiferi e questo lo portò a ritenere probabile che ci fossero sostanze chimiche tossiche esclusivamente per gli insetti.
Cercò di "sintetizzare l'insetticida di contatto ideale, che avrebbe un effetto tossico rapido e potente sul maggior numero possibile di specie di insetti causando poco o nessun danno alle piante e agli animali a sangue caldo".
Testò la sua efficacia nella protezione dei raccolti nei confronti di numerose malattie, convinto che la sostanza fosse completamente atossica per l'essere umano e per gli animali.
Ulteriori test dimostrarono la sua sorprendente efficacia contro un'ampia gamma di parassiti, tra cui zanzare, pidocchi, pulci e flebotomi, che, rispettivamente, diffondono la malaria, il tifo, la peste e varie malattie tropicali.
A partire dagli anni '60 però si scoprirono i primi effetti cancerogeni e nel giro di pochi anni il DDT fu bandito: nel 1972 venne vietato per l'uso agricolo negli USA sulla spinta del movimento ambientalista, e nel 1978 anche in Italia.
Resta acceso il dibattito per quanto riguarda il suo uso nel combattere la malaria in alcuni paesi dell'Africa e in India, dove la malaria è endemica.
Il rischio di tumore dovuto al DDT può passare in secondo piano a fronte della riduzione dell'elevato tasso di mortalità dovuto alla malaria, tanto che nel corso del 2006, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il DDT, se usato correttamente, non comporterebbe gravi rischi per la salute umana e che l'insetticida dovrebbe comparire accanto alle zanzariere e ai medicinali come strumento di lotta alla malaria...mahhhh!
1949 - António Egas Moniz, Premio Nobel per
la Fisiologia o la Medicina
Il neurologo e neurochirurgo portoghese António Egas Moniz ricevette il premio per aver ideato la leucotomia prefrontale (il primo esempio di lobotomia), che venne poi modificata dai chirurghi statunitensi in lobotomia, una procedura in cui una parte del cervello veniva tagliata via.
La procedura medica consisteva nel recidere le connessioni della corteccia prefrontale dell'encefalo e poteva essere eseguita con la variante dell'asportazione o distruzione diretta di esse con il risultato, più volte riscontrato, di un cambiamento radicale della personalità.
La prima leucotomia umana controllata venne praticata appunto dal medico e neurologo portoghese Antonio Egas Moniz nel 1936.
Il suo metodo prevedeva la trapanazione in vari punti del cranio e la distruzione della sostanza bianca dei lobi frontali mediante iniezioni di alcol all'interno di essi. Moniz vinse il Premio Nobel per la medicina nel 1949 per questa tecnica e l'italiano Amarro Fiamberti fu tra gli altri pionieri.
La lobotomia veniva usata per trattare una vasta gamma di malattie psichiatriche come la schizofrenia, la depressione o la psicosi maniaco-depressiva, ma il suo diffuso utilizzo mostrò di aver creato molti più danni che benefici, fatto aggravato e reso irreparabile dalla natura irreversibile dell'intervento, tanto che Egas Moniz rimase paraplegico dopo aver ricevuto un attentato, con un colpo d'arma da fuoco, nel 1939 da uno dei suoi pazienti.
1973 - Henry Kissinger, Premio Nobel per la Pace
consulente geopolitico statunitense di origine tedesca
Il Segretario di Stato degli Stati Uniti Henry Kissinger ricevette nel 1973 il premio congiuntamente a Le Duc Tho del Vietnam del Nord per aver mediato un cessate il fuoco.
Il premio fu molto criticato, anche perché Kissinger aveva ordinato un bombardamento di Hanoi mentre negoziava il cessate il fuoco e lo stesso Le Duc Tho rifiutò la sua metà del premio, mentre due membri del comitato, che avevano votato contro la selezione di Kissinger, si dimisero per protesta.
1994 - Yasser Arafat, Premio Nobel per la Pace
Yasser Arafat (a sinistra), Shimon Peres e Yitzhak Rabin
ricevono il Premio Nobel per la Pace nel 1994
Yaakov Saar - © Getty Image
Il leader palestinese Yasser Arafat, il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres hanno condiviso il premio del 1994 per il loro lavoro sugli accordi di pace di Oslo.
La decisione ricevette critiche, perché si ritenne che i premi non siano riusciti a porre fine al conflitto israelo-palestinese.
Un membro del comitato, Kare Kristiansen, si dimise proprio per la nomina di Arafat e in un articolo per il Times of Israel nel 2012, l’editorialista americano Jay Nordlinger definì Arafat "l’uomo peggiore che abbia mai vinto il Premio Nobel per la pace".
Personaggio complesso e controverso, uomo d'azione ma anche prudente diplomatico, Yāsser Arafāt è stato negli ultimi anni della sua vita spesso accusato, in special modo dopo il fallimento del summit di Camp David del 2000 con l'allora Premier israeliano Ehud Barak, e soprattutto dopo lo scoppio della seconda intifada, di non volere la pace, di aver sostenuto gli atti di terrorismo contro i civili israeliani e di non aver fatto nulla per contrastarli, non essendo più in grado di porsi come interlocutore serio.
D'altro canto, da parte del mondo arabo, è stato sempre riconosciuto e considerato come figura unica e carismatica, personaggio indispensabile all'interno dell'intricato universo di movimenti politici palestinesi, al fine della conclusione del processo di pace e dell'annosa crisi mediorientale.
2006 - Mahatma Gandhi, omissione Premio Nobel per la Pace
Nel 2006, l’ex direttore del Nobel Institute, Geir Lundestad, affermò che la più grande omissione nella storia del premio fu lomisione dell’assegnazione del premio per la pace all’attivista politico indiano Mahatma Gandhi.
Lundestad ricordava che Gandhi fu selezionato ben cinque volte (due volte prima della seconda guerra mondiale, poi nel 1946, 1947 e 1948), ma il punto di vista eurocentrico del comitato e la sua incapacità di apprezzare la lotta per la libertà nelle colonie impedirono a Gandhi di ricevere il premio.
Gandhi fu uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha, un termine coniato da lui stesso, cioè la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa, che portò l'India all'indipendenza.
Con le sue azioni, Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi.
In India, Gandhi è stato riconosciuto come "Padre della nazione" e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo dichiarato Giornata Internazionale della Nonviolenza dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
“Gandhi potrebbe fare a meno del Premio Nobel per la Pace. La questione è se il comitato per il Nobel possa fare a meno di Gandhi”, aveva affermato Lundestad.
2009 - Barack Obama, Premio Nobel per la Pace
Il presidente Barack Obama riceve il premio Nobel per la pace nel 2009
Gioiello Samad - AFP - © Getty Image
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ricevette il premio nel 2009, a soli nove mesi dal suo primo mandato e già allora molti criticarono la nomina di Obama per essere prematura e per non era stato al potere abbastanza a lungo per meritare il premio.
Per la prima volta nella storia del Premio Nobel per la Pace, un presidente del Comitato per l’assegnazione del prestigioso riconoscimento nel 2015 fu rimosso dal suo incarico. Si tratta di Thorbjørn Jagland, ex Primo ministro norvegese, che da inizio marzo 2015 è stato "degradato" a semplice membro votante, l’uomo che nell’autunno 2009 prese la controversa decisione di assegnare il Nobel per la Pace a Barack Obama (con lui nella foto), da meno di un anno alla Casa Bianca.
il siluramento di Jagland si collega al forte imbarazzo del Comitato per un riconoscimento rivelatosi sbagliato, perchè assegnato sotto la spinta emotiva che l’elezione di un afroamericano a presidente degli Stati Uniti d’America aveva generato in tutto il mondo.
Una decisione molto discussa, considerata anche la valenza altamente politica che il Premio Nobel per la Pace ha da sempre, stante anche il fatto che per la prima volta in 114 anni il vincitore non veniva insignito per meriti propri, ma come una forma di incentivazione a lavorare per la Pace nel mondo cosa poi dimostratasi assolutamente priva d'effetto, in quanto Obama ha deluso le speranze di chi lo aveva investito prematuramente del titolo di Uomo di Pace.
A riaccendere le polemiche, mai sopite tra i membri del Comitato norvegese sono stati anche gli eventi militari in cui gli USA si sono trovati coinvolti, in maniera più o meno diretta, negli utlimi mesi del 2015 in Ucraina.
Ai membri che nel 2009 si opposero alla decisione di Jagland non deve proprio essere andata giù l’intransigenza con cui il Presidente americano si è approcciato alla guerra civile che ha insanguinato la repubblica ex sovietica e in particolare, non deve essere affatto piaciuta la mancata presenza di Obama, come Nobel per la Pace, nei complicati colloqui svoltisi a Minsk tra Poroshenko, Putin, la Merkel e Hollande.
Non è stato deciamente un comportamento adatto a chi sei anni prima venne considerato alla pari di Mandela, di Aung San Suu Kyi o del Dalai Lama, che dimostrò un già chiaro sostegno al cambio di rotta nel governo ucraino e che ha dato il là alle conseguenze che oggi abbiamo tutti sotto gli occhi.
2012 - L’Unione Europea, Premio Nobel per la Pace
Il premio per la pace fu assegnato all’UE, con la motivazione, secondo il comitato del premio, di aver "per oltre sei decenni contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa"
Molti contestarono e giustamente questa scelta, tanto più che l’Unione europea stava affrontando diversi problemi economici urgenti, inclusa la crisi del debito greco, e la questione legata a diversi paesi europei sulla produzione e la vendita di armi.
"Alfred Nobel ha detto che il premio dovrebbe essere dato a coloro che hanno lavorato per il disarmo", affermò Elsa-Britt Enger, rappresentante di Grandmothers for Peace, in un rapporto Reuters dell’epoca. "L’UE non lo fa. È uno dei maggiori produttori di armi al mondo".
L’arcivescovo Desmond Tutu, l’irlandese Mairead Maguire e l’argentino Adolfo Perez Esquivel, firmarono una lettera aperta in cui criticavano la decisione affermando che "l’UE chiaramente non è uno dei ‘campioni della pace’ così come Alfred Nobel aveva in mente quando ha creato il premio".
Nell'immagine, tratta da un articolo dell'epoca del Fatto Quotidiano, si vedono tre rappresentanti dell’Unione europea a rappresentare la quale c’erano (quasi) tutti: Herman Van Rompuy (Consiglio), José Manuel Barroso (Commissione), Martin Schulz (Parlamento), e la maggior parte dei capi di Stato e di Governo tra i quali il presidente francese Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier italiano Mario Monti. Assenti il premier britannico David Cameron (sostituito dal suo vice Nick Clegg), lo svedese Freidrik Reinfeldt e il ceco Vaklav Klaus (questi ultimi due dichiaratamente euroscettici).
Ufficialmente il premio fu attribuito all’Ue, nell’anno del suo sessantesimo anniversario, per la pace assicurata in Europa dopo le guerre mondiali, il contributo dato al processo di integrazione europea e il modello sociale fondato sul Welfare e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione.
Alla luce della crisi economica che imperversava nel vecchio continente, le polemiche si rivelarono scontate, e sembrò davvero grottesco attribuire all’Ue il Nobel per la Pace in un periodo in cui in nome dell’Europa venivano imposte in molti Paesi membri misure di austerità draconiane. Personalmente la trovo forse l'assegnazione più scandalosa e assurda fatta in 121 anni dalla prima assegnazione del Nobel per la Pace del 1901.
2016 - Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura
Il Presidente Barack Obama consegna, nel 2012, la
Presidential Medal of Freedom a Bob Dylan
In un articolo del 2012 per il Wall Street Journal , l’autore Joseph Epstein aveva già criticato il premio, scrivendo:
"Il mondo letterario starebbe meglio senza il Premio Nobel per la Letteratura? Certamente non starebbe peggio senza il Nobel, poiché attualmente il premio non stabilisce un vero standard per la produzione letteraria né aumenta il prestigio della letteratura stessa"
Il comitato del Premio Nobel per la Letteratura non aveva infatti premiato diversi autori e drammaturghi chiave, nonostante la loro influenza sulla letteratura e sulla cultura.
Tra i grandi scrittori che non hanno mai ricevuto il Premio Nobel per la letteratura vanno infatti annoverati James Joyce, Leo Tolstoy, Anton Chekhov, Marcel Proust, Henrik Ibsen, Mark Twain, George Orwell, Arthur Miller e tanti altri di indubbio valore letterario.
Ci furono quindi ulteriori polemiche quando il cantautore Bob Dylan ricevette il premio 2016 per la letteratura vent'anni esatti dalla prima candidatura, quando nel 1996 fu indicato all'Accademia Reale Svedese come meritevole del prestigioso riconoscimento dal professore Gordon Ball.
Che Dylan potesse vincere un Nobel era nell'aria da tempo ma in pochi avevano previsto che il comitato potesse decidere di estendere il prestigioso riconoscimento a un genere come la musica pop, anche se tra i molti riconoscimenti che sono stati conferiti a Dylan vanno menzionati il Grammy Award alla carriera nel 1991, il Polar Music Prize (ritenuto da alcuni equivalente del premio Nobel in campo musicale) nel 2000, il Premio Oscar nel 2001, per la canzone Things Have Changed, dalla colonna sonora del film Wonder Boys, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe, il Premio Pulitzer nel 2008, per "il potere poetico delle sue canzoni", la National Medal of Arts nel 2009 e la Presidential Medal of Freedom nel 2012 consegnatali dal Presidente Obama (nella foto)
Concludo qui questa carrellata di Premi Nobel controversi a cui ne se potrebbero aggiungere altri, anche perché "errare humanum est" sia nelle valutazioni politico sociali come in quelle scientifiche che procedono, non dobbiamo mai dimenticarlo, per tentativi, verifiche, successi ma ahimé anche per passi falsi.
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