sabato 27 gennaio 2024

Nellie Bly e la trappola umana per topi

Il manicomio, è "una trappola umana per topi"!
Scrivo questo articolo in ricordo di una grande donna e giornalista, Nellie Bly che, fingendosi pazza, raccontò al mondo l'ignobile condizione dei malati di mente nei manicomi, denunciando anche l'internamento di donne sane, rinchiuse solo perché la loro femminilità non si adeguava alle aspettative. 

Elizabeth Jane Cochran conosciuta come Nellie Bly

Oggi 27 gennaio, "Giornata della memoria", cade anche l'anniversario della morte di Nellie Bly, pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran che è stata una grande giornalista statunitense e non solo.
E' stata la prima inviata di guerra, la prima giornalista investigativa (in incognito) al mondo e la donna che ha contribuito a rivoluzionare la condizione sociale femminile.
Nellie Bly sarà il nome con cui Elizabeth Cochran inizierà a firmare i suoi articoli diventando una vera icona del femminismo, che si batteva contro l’industria dominata dagli uomini, riportando storie che nessun altro voleva raccontare. 
Non si accontentava di scrivere, ma con una passione e determinazione dirompenti, si calava nei ruoli più diversi per vivere sulla propria pelle e documentare le situazioni e le condizioni delle donne lavoratrici del suo tempo. 



Divenne famosa a venticinque anni per il suo viaggio attorno al mondo, che fece emulando Phileas Fogg, protagonista del romanzo "Il giro del mondo in 80 giorni", che Jules Verne scrisse nel 1872, pare ispirandosi a George Francis Train, un ricco signore che un viaggio analogo aveva fatto nel 1870.
Partita il 14 novembre del 1889 da New York, lo completò in soli 72 giorni, arrivando nella Grande Mela il 25 gennaio del 1890. 



Ma soprattutto è stata la creatrice del genere di giornalismo sotto copertura, vale a dire una forma particolare di giornalismo investigativo in incognito, volta ad entrare in ambienti altrimenti inaccessibili.
Un esempio che fece molto scalpore fu l'inchiesta del New York World di Joseph Pulitzer.
Pulitzer assunse Nellie e le propose di condurre una inchiesta sulle condizioni del reparto femminile dell'ospedale psichiatrico New York City Mental Health Hospital su Roosevelt Island, situata a nord-est di Manhattan. 

Ospedale psichiatrico New York City Mental Health Hospital su Roosevelt Island

Bly si finse pazza, venne internata e fu così testimone diretta delle terribili condizioni in cui venivano "curate" le pazienti nella struttura.
Spogliata, drogata, picchiata, dovrà sopportare dieci giorni e dieci notti di terrore per riuscire poi a raccontare al mondo la sua storia.
Dopo 10 giorni venne dimessa solo grazie all'intervento del suo giornale, e la sua inchiesta descrisse pubblicamente il manicomio come più simile a un luogo di reclusione che di cura. 
Lei lo definì "una trappola umana per topi" in cui è facile entrare ma, una volta lì, è impossibile uscire dove il vitto era scadente, i bagni freddi, l'igiene scarsa ed i maltrattamenti costituivano la regola. Insieme alle degenti realmente affette da patologie psichiatriche, inoltre, venivano internate emigrate povere e donne ripudiate dai familiari, sane di mente ma rifiutate dalla società.

Donne internate all'ospedale psichiatrico New York City Mental Health Hospital 

Quando l'inchiesta, generalmente conosciuta col nome del volume che ne fu tratto, "Ten Days in a Mad-House", fu pubblicata sul quotidiano, destò grande scalpore, tanto che furono presi provvedimenti e vennero aumentate le sovvenzioni per migliorare le condizioni delle pazienti.
Successivamente si occupò, tra l'altro, di sfruttamento delle operaie, di bambini non desiderati, delle condizioni di lavoro delle domestiche e della vita che si conduceva in un istituto di carità.

Ce ne parla un libro "A cosa servono le ragazze – L’incredibile storia vera di Nellie Bly"
 dello scrittore statunitense David Blixt
"Rivoluzionaria, audace, femminista. La prima giornalista investigativa della storia.
La vera storia romanzata di Nellie Bly, icona del femminismo che si batté contro 
l’industria dominata dagli uomini, arrivando a fingersi pazza per entrare nel 
manicomio femminile di Blackwell’s Island e poterne denunciare gli orrori."

Una situazione che purtroppo vigeva non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa e in Italia, anche come repressione della femminilità che non si adeguava alle aspettative, per cui bastava condurre uno stile di vita un po’ fuori dagli schemi precostituiti per finire recluse, una deriva ideologica che trovò il culmine nel ventennio fascista.
Per il mantenimento dell’ordine pubblico e per la tutela della moralità, negli istituti c’erano pure prostitute, ragazze e donne che avevano subìto violenza carnale e abusi domestici, donne che conducevano uno stile di vita un po’ fuori dagli schemi precostituiti, soggetti considerati "socialmente pericolosi", donne ripudiate dai familiari, sane di mente ma rifiutate dalla società!
Un castigo legittimato dallo Stato, per cui bastava una segnalazione, che il medico condotto o il sindaco ordinavano il ricovero coatto. 

Ida Dalser

Un esempio eclatante fu Ida Dalser, che ebbe un figlio da Benito Mussolini e che dopo la Marcia su Roma, fu internata nel Manicomio di Pergine Valsugana (Trento) e poi in quello di San Clemente, a Venezia, dove morì nel 1937, a 57 anni. Fu la stessa sorte del figlio Benito Albino, ritenuto pazzo perché si dichiarava figlio del Duce, che morì in manicomio a 27 anni.
In Italia era la Legge numero 36 del 1904 (Disposizioni sui manicomi e sugli alienati. Custodia e cura degli alienati) a regolamentare il ricovero coatto di "persone alienate pericolose a sé e agli altri e di pubblico scandalo". Una volta entrata nell’ospedale psichiatrico, la persona veniva iscritta nel casellario giudiziario, come previsto dall’articolo 604 del Codice di Procedura Penale, e perdeva tutti i diritti civili.

Fu testimone di tali orrori anche Alda Giuseppina Angela Merini, poetessa e scrittrice italiana, nota come Alda Merini.
Nel 1947 viene internata per un mese nella clinica Villa Turro a Milano, dove le viene diagnosticato un disturbo bipolare, seguirà poi l'internamento nell'Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, dal 1964 fino al '72.

Alda Merini (Milano, 21 marzo 1931 – Milano, 1º novembre 2009)

E di quegli orrori così scriverà:

"Il manicomio era saturo di fortissimi odori. Molta gente orinava e defecava per terra. Dappertutto era il finimondo. Gente che si strappava i capelli, gente che si lacerava le vesti o cantava sconce
canzoni. Noi sole, io e la 2., sedevamo su di una pancaccia bassa, con le mani in grembo, gli occhi fissi e rassegnati e in cuore una folle paura di diventare come quelle là.
La Z. era una bonacciona. L'avevano messa lì dentro perché era stata ragazza madre e volevano disfarsene, ma non aveva nulla di folle, era quieta, e a volte persino serena. Solo quando pensava al
suo piccolo si metteva a piangere e piangeva in silenzio certa che nessuno l'avrebbe compresa. Ma io la comprendevo bene. Sapevo che l'essere madre in un posto come quello diventa una cosa
atroce. Perciò cercavo di distrarla.
Un giorno in giardino incontrai un prete. Ero sola e gli chiesi in che concetto Dio tenesse i poveri pazzi.
'Mah' rispose quello, 'che volete, figliola. I pazzi non sono responsabili.'
'Mah', proseguii io, 'se Dio ha dato il libero arbitrio perché scegliessimo il bene ed il male, perché ce l'ha tolto con la pazzia?'
Il prete rimase confuso e se ne andò borbottando, ma a me quel concetto mi rodeva dentro..."

Elizabeth Jane Cochran conosciuta come Nellie Bly

Chissà se ci saranno ancora giornaliste e giornalisti così coraggiosi e appassionati che con la loro informazione corretta, onesta e veritiera potranno magari creare le basi anche per una giornata della "memoria" dedicata a tutti i soprusi perpetrati su persone assolutamente sane che non avevano commesso alcun reato, né tanto meno erano matte, che venivano discriminate, minacciate, ricattate, emarginate ed escluse dalla vita sociale, spesso nell’indifferenza generale e con il consenso di parenti e amici...e non mi riferisco certo ai ricoverati in manicomio, ma a realtà molto più vicine a noi nel tempo e nei luoghi...erano gli anni 2021 e 2022. 

 

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